Soltanto gli angeli avrebbero potuto
portarmi in uno dei tanti inferni di Manila, in queste terribili bidonville di
miseria e di degrado morale. Loro ci vivono, accanto alla gente, amate e
venerate. Una bambina, che non si staccava da una di loro, continua a dire: “È
mia mamma!”. Sì, sono le suore. Quali? Non ha importanza, le suore sono sempre
le suore, ovunque. Ci sono i ricchi sfondati a Manila, ci sono quartieri
moderni e lussuosi, ma dall’altra parte della strada ci sono anche queste sacche
di povertà. In baracche miserrime, tra scoli di acque putride, vivono a
migliaia. E loro, le suore, sono lì, vicine, pronte a portare qualcuno all’ospedale,
ad aiutare la tredicenne già mamma, a dotare i bambini dell’occorrente per la
scuola – almeno fino a quando non decidono di abbandonare tutto per continuare
la vita di strada dei genitori…
Una donna con suo ragazzo vende poche
cose ammucchiate su quello che chiamano il carrettone (un carrettino, a dire la
verità), all’angolo della strada principale: è anche la casa dove insieme
dormono la notte. Gli uomini sono seduti su vecchie casse a passare il tempo,
altri dividono i metalli raccolti per strada o setacciano i sacchi di
spazzatura accumulati durante la notte. Le donne tengono in braccio i bambini,
lavano un panno nell’acqua sporca, cucinano nell’unica pentola. Metto la testa
nelle catapecchie, pochi metri quadrati: pochi panni, gente che pigrotta.
Eppure tutti che sorridono, che salutano, che mi danno il benvenuto nelle
Filippine. Ma basta una malattia – la tubercolosa fa strage – ed è subito
tragedia. In una casa c’è un morto imbalsamato, mentre fuori, ai tavolini appositamente
preparati, i vicini giocano a carte e lasciano qualche soldo: in dieci, quindici
giorni si potranno raccogliere i soldi per il funerale, altrimenti… ci sono
sempre le suore che convinceranno le pompe funebri o il comune a fare uno
sconto in ragione della povertà…
Li ho conosciuti a Roma, questi angeli,
e ora me li ritrovo qui: in mezzo al fango non si sporcano le ali, anzi, vi
vedo riflessi d’oro.
Nessun commento:
Posta un commento