12 ore di viaggio alla ricerca di alcune
comunità oblate, tra monti e valli, tra risaie inondate di acqua o già verdi di
riso maturo, tra piantagioni di caucciù e bananeti, tra foreste di palme di
cocco, tra villaggi e capanne… Filippine a tutto campo! Mille gli squarci di
panorama, le scene e i dettagli di vita quotidiana che scorrono dal finestrino
dell’auto: la lavorazione del cocco; le strade inondate dalla pioggia notturna;
i jeepney pieni all’inverisimile di donne e bambini mentre uomini e ragazzi sono
appollaiati sul tetto dell’auto; famiglia intera sulla moto: papà con bambini
davanti, un altro bambino in mezzo, dietro la mamma con l’ultimo nato in
braccio; la ragazza che trasporta un maiale vivo sulla propria moto; le capanne
di bambù…
Nella fattoria degli Oblati |
Una delle vasche di allevamento dei pesci |
Il mondo degli Oblati è altrettanto
variopinto: la prima scuola Notre Dame delle Filippine, la grande parrocchia di
130.000 abitanti e con 64 stazioni missionarie; la stazione radio; le case in
bambù come quelle villaggio; le parrocchie delle zone agricole con cappelle
scarse ovunque; gli Oblati che per raggiungere i villaggi di montagna senza
strade viaggiano a piedi, in moto, a cavallo o trainati, quando c’è troppo
fango, dai bufali d’acqua.
La novità di oggi è la grande fattoria a
coltivazione biologica che gli Oblati portano avanti da anni. Nata per aiutare
i poveri della zona è ora un modello pilota, dove vengono per periodi
prolungati gli studenti di agraria e persone dall’estero. All’inizio il terreno,
sulla montagna, era completamente arido, senza alberi, ora è una foresta con
allevamenti di animali e di pesci, coltivazioni le più diverse, un inno alla
creazione.
Infine un santuario della madonna immerso
nella natura, un vero gioiello, con attorno una ventina di casette per i ritiri
spirituali e i convegni di formazione cristiana…
Tutto continua a dare gloria a Dio.
Nessun commento:
Posta un commento