Mese di Maggio, mese di Maria! Mi sono
ricordato che qualche anno fa ho scritto una brevissima voce in proposito per
un dizionario mariano
Il Rosario, una
delle preghiere più popolari e diffuse, ha una storia di quasi mille anni. Esso
è nato nei monasteri, all’inizio del XII secolo, quando i monaci illetterati
hanno sostituito la recita dei 150 salmi con 150 Ave Maria. Nel XIV secolo il certosino Enrico di Kalkar divise le Ave in 15 decine, inserendo, la recita
del Pater. All’inizio del XV secolo
la preghiera comincia ad essere intervallata dal ricordo di alcuni avvenimenti
evangelici. Quando nel 1569 un papa domenicano (san Domenico e il suo Ordine
hanno notevolmente contribuito alla formulazione e alla diffusione del Rosario),
san Pio V, propone a tutta la Chiesa questa preghiera essa ha ormai raggiunto
la forma attuale. È un modo di pregare, scrive il papa, «facile, alla portata
di tutti, che consiste nel lodare la stessa beatissima Vergine ripetendo il
saluto evangelico, per centocinquanta volte, quanti sono i salmi del salterio
di David, interponendo ad ogni decina la preghiera del Signore, con determinate
meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo» (Bolla Consueverunt).
Il Rosario è una
preghiera teologale, con la quale ci rivolgiamo a Dio, insieme a Maria. Con Lei
preghiamo il Padre e diamo gloria alla Santissima Trinità (il Pater all’inizio di ogni decina e il Gloria alla fine).
È una preghiera
mariana, con la quale ci rivolgiamo direttamente a Maria indirizzandole la
nostra lode, secondo il suo stesso invito (“Tutte le generazioni mi chiameranno
beata”), e la supplichiamo di pregare Dio per noi.
È una preghiera
evangelica, perché le tre preghiere sono tratte dal Vangelo: il Pater lo ha insegnato Gesù, la prima
parte dell’Ave è il saluto
dell’angelo e di Elisabetta, il Gloria
richiama le ultime parole di Gesù rivolte ai discepoli prima di salire al
cielo. È una preghiera evangelica perché prima di ogni decina si richiamano i
misteri che in sintesi presentano le tappe del mistero di Gesù, incarnazione
(misteri gaudiosi), vita pubblica (misteri della luce, introdotti dal Giovanni
Paolo II), passione (misteri dolorosi) e gloria (misteri gloriosi, nel quali si
medita anche l’ultima azione di Cristo che porta in Cielo la Madre e la
incorona Regina). È una meditazione fatta con Maria e sull’esempio di Maria che
custodiva e meditava nel cuore i misteri del suo Figlio.
La recita del
Rosario è praticata con una corona di 50 grani, che deriva da quella musulmana
e prima ancora da quella buddista e da quella induista… Questo lascia intuire
anche una dimensione ecumenica di questa preghiera.
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