martedì 3 gennaio 2023

Un'arte che nasce dalla contemplazione e porta alla contemplazione

L’arte che nasce dalla contemplazione porta alla contemplazione. Come quella del beato Angelico.

Ho visitato ancora una volta il museo del convento di san Marco. La sala capitolare e ogni cella contiene un suo affresco. Ogni frate domenicano aveva davanti al letto un episodio del Vangelo, dall’indimenticabile Annunciazione alla ripetuta crocifissione. Alcuni di quegli affreschi sono notissimi e continuano a parlare ancora dopo seicento secoli. Davanti all’affresco dell’annuncio dell’angelo a Maria ho recitato una Ave Maria: è fatto per pregare, come tutti gli altri affreschi, e porta naturalmente alla preghiera.

Le tavole con i dipinti conservate nella grande sala del chiostro sono grandi quadri e miniature che di nuovo ripropongono la vita di Gesù, episodio dopo episodio. Con colori vivaci, introducono in ambienti fuori dal tempo e insieme mostrano scene, paesaggi, persone pienamente incarnate nel loro tempo. Come i misteri che rappresentano.

L’arte parla, racconta e attende risposta, avvio di un colloquio.

Mi affascina, ad esempio, la Maddalena nel suo vestito sempre rosso, pieno di passione, sia quando è rivolta verso Gesù di cui bacia i piedi, sia quando è rivolta verso Maria che sostiene mentre sta per svenire dal dolore…

Peccato che questi siano luoghi di pura fruizione estetica, un semplice museo, e non un luogo di contemplazione. Tali opere d’arte sono nate per la preghiera, la meditazione, la catechesi: a questo dovrebbero continuare a guidarci.




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