La scelta è sempre personale, unica, irrepetibile. Ma
impossibile senza gli altri. Andrea e il suo compagno seguono Gesù perché Giovanni
Battista l’ha indicato come l’agnello di Dio. Pietro incontra Gesù perché
Andrea gliene ha parlato. Natanaele si decide, controvoglia, ad andare da Gesù
perché Filippo se lo tira dietro…
Ognuno di noi è frutto delle generazioni che ci hanno
preceduto, anche quando non ne siamo consapevoli. Le esperienze degli altri si
sono sedimentate, in maniera misteriosa, nei percorsi della storia. Spesso senza saperlo, abbiamo dentro
il vissuto dei nonni e dei genitori, dei parenti più lontani, abbiamo
assimilato l’insegnamento degli insegnanti e dei professori, le confidenze degli
amici, le divergenze con chi non la pensa come noi. Siamo impastati di cielo, di
terra, di orizzonti, di sole, di boschi, di mare, di cibo, di arte, di
bellezza, di bruttezza… Un bambino è sempre l’ultimo fiorellino di un albero
millenario.
Così la nostra fede. Anche quando si esprime nel più
intimo e personale rapporto con Dio, è sempre debitrice di chi ci ha preceduto
e ci accompagna. Quanta gratitudine, per i tanti che conosciamo, per i tanti
che non conosciamo.
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