Preparando la mia conferenza
per il Claretianum ho di mira religiosi e religiose, e penso alla missione che
ognuno è chiamato a compiere in maniera creativa e responsabile. Ho comunque
davanti ogni persona, perché ognuno ha una missione da compire. Lo sguardo mi
si rivolge verso Gesù l’”uomo perfetto”. In particolare mi risuonano tre che lo
riguardano e che, di riflesso, riguardano tutti noi.
La prima: «Dio ha tanto
amato il mondo da mandare il Figlio unigenito…» (Gv 3, 16). Ogni persona
è chiamata a rispecchiarsi in questo momento e in questa azione di Gesù. Come
lui siamo mandati da Dio, espressione del suo amore per l’umanità. Non siamo freelancer,
individui che svolgiamo un’attività da soli, in autonomia, pensando soltanto a
noi stessi. Abbiamo un mandato, siamo dei mandati. Questo mi mette davanti alle
nostre responsabilità: abbiamo una missione da compiere, dataci direttamente da
Dio al momento quando ci ha creati. La vita non è uno scherzo, ma il tempo nel
quale adempiere il compito affidato.
La seconda parola: «Un corpo
mi hai preparato… Ecco io vengo… per
fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10, 5.7). Il corpo indica la
concretezza della persona, in tutte le sue componenti umane. Gesù si è dato
totalmente, anima e corpo, alla missione che il Padre gli ha affidato. Ogni persona
è tale se pone tutte le energie ricevute – “un corpo mi hai dato” – al servizio
della missione. Mette a disposizione del progetto di Dio – “vengo per compiere
la tua volontà” – creatività, fantasia, energie, passione… tutti i talenti di
cui è dotata. Amministra con rigore il proprio tempo, lavora con dedizione e
fatica, disciplina il proprio corpo e il proprio spirito perché siano pronti a
rispondere ad ogni richiesta che viene dalla missione.
La terza parola: «Il Figlio
dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita
in riscatto per molti» (Mc 10, 45). La persona non vive per sé ma per
gli altri. Si leva qui l’ammonimento evangelico: «Chi vuole salvare la propria
vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt
16, 25). La persona si realizza non pretendendo, ma dando, dandosi.
Non c’è futuro per la società
se non si mettono le persone in condizione di essere propositive, se le persone
non si fanno carico della famiglia, delle istituzioni, della società… in tutti
i suoi aspetti.
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