Tutti e quattro i Vangeli raccontano il battesimo di
Gesù, ma ognuno ha una sua particolare narrazione. Tre gli atti dell’unico
evento: i cieli si squarciano, per una comunicazione senza più barriere tra
cielo e terra; lo Spirito Santo scende su Gesù; il Padre lo proclama suo figlio
amato. Tutta la Trinità è all’opera in questo evento che segna l‘inizio di una
storia nuova, della storia di Gesù e della nostra storia.
La liturgia in questo anno A propone la lettura del
Vangelo di Matteo. Ma in questo anno che tanti noi dedicano all’approfondimento
della preghiera mi piace rileggere Luca che, a differenza degli altri, ritarda
di un attimo la grande teofania. Infatti al momento del battesimo non accade
niente. Luca ritrae Gesù in preghiera, dopo il battesimo. È allora, quando sta
in disparte, come era solito fare, che il cielo si apre e scende lo Spirito e
la voce del Padre. Per entrare in dialogo con lo Spirito e il Padre Gesù ha
bisogno di stare in silenzio, in preghiera, raccolto. Soltanto allora gli si
apre il cielo.
Forse anche noi, perché ci si apra il cielo, abbiamo
bisogno di rientrare in noi stessi e fare spazio alla venuta di Dio.
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