Tutto un paese – Iolo in Toscana – interamente coinvolto
per la rievocazione del Presepe. Sulla strada principale, sorvegliata da una
guarnigione romana, botteghe e attività artigianali tenute da persone vestite in
quelli che potevano essere gli abiti tradizionale della Palestina al tempo di
Gesù, quasi riprendesse vita la città di Betlemme. Tutto un paese in festa, con
i bambini che scorrazzano divertiti con tuniche e copricapo.
Quando scende la sera tutti si riversano nella piazza
antistante la chiesa e insieme con persone giunte da ogni dove, si rivive la
nascita di Gesù, la visita dei pastori, l’adorazione dei Magi, mentre coro e
strumenti cantano i canti di Natale. Il presepe di san Francesco a Greccio
doveva essere simile. Non è un presepe “domestico”, allestito in
famiglia, è un presepe di popolo, corale…
Torna alla mente l’inizio della lettera Admirabile
signum di Papa Francesco: “Il mirabile segno del presepe, così caro al
popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento
della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del
Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo
vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la
scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti
dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo
che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a
Lui”.
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