mercoledì 25 gennaio 2023

Sperimentare di persona

 

Va bene la testimonianza degli altri, può essere eccellente, ma infine devo fare io la mia esperienza personale.

Sto leggendo gli inizi del ministero di Gesù e nel Vangelo di Giovanni questo è un dato costante. Chi mette in dubbio la testimonianza del Battista: “Ecco l’agnello di Dio”? Eppure i suoi discepoli devono andare di persona a conoscere Gesù: “Maestro, dove abiti?”, e andarono e stettero con lui. Era necessaria l’indicazione del Battista, ma poi dovevano fare la loro insostituibile esperienza. Andrea testimonia che ha incontrato il Cristo, ma Pietro deve andare a incontrarlo di persona. Filippo lo testimonia a Natanaele, ma ci vuole un incontro a tu per tu con il Maestro. La Samaritana racconta di Gesù alla gente della sua città, ma alla fine le dicono: “Crediamo non perché ce l’hai detto tu, ma perché noi stessi abbiamo udito…”. E alla fine del Vangelo stessa scena: Gli apostoli non credono alla Maddalena, devono vedere loro stessi il Risorto; Tommaso non accetta la testimonianza degli apostoli fino a quando non si trova davanti al Risorto.

Possiamo ascoltare, leggere, avere testimonianza eccezionali…, ma senza un rapporto personale, senza coinvolgimento… Ti portano fino a un certo punto, poi l’ultimo passo
devi farlo tu. Non si crede mai per interposta persona. È sempre frutto di un a tu per tu.

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