Quando pregare? La tradizione ebraica e
quella cristiana, al pari di altre culture religiose, hanno individuato ritmi
e tempi precisi, soprattutto all’inizio e al termine della giornata. Ma
l’insegnamento evangelico è chiaro: occorre «pregare sempre, senza stancarsi
mai» (Lc 18, 1), ripreso più volte da Paolo, ad esempio in 1 Tessalonicesi: «Pregate incessantemente» (5, 17).
Com’è possibile pregare sempre? La tradizione cristiana ha dato
molte interpretazioni… «La preghiera è continua – ha scritto un grande maestro
e amico, Ermanno Ancilli – quando è continuo l’amore. L’amore è continuo,
quando è unico e totale. Intesa in questo modo, la preghiera è sempre possibile
in qualsiasi circostanza e in mezzo a qualsiasi occupazione. […] sarebbe
impossibile interromperla, come sarebbe impossibile interrompere il respiro.
[…] Il cristiano non prega soltanto quando direttamente e
immediatamente si rivolge a Dio coi suoi esercizi devoti, ma ogni volta che per
amor suo, qualunque sia il quadro delle sue occupazioni, egli esercita il bene
con qualsiasi opera di zelo, di carità, di penitenza, di umile nascosto
servizio. […] Vista così, la preghiera […] si identifica con l’essenza stessa
nella vita».
È quanto ho cercato di spiegare ai tanti
giovani in questi giorni passati insieme a Loppiano, con gioia profonda.
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