Meditare con Maria i misteri
della vita di Gesù. È il titolo che ho dato al mio libretto sul
Rosario (naturalmente “limited edition”: tiratura di 10 copie! edizione già esaurita...)
“Meditare” i “misteri” della
vita di Gesù, ossia lasciarsi avvolgere, penetrare, trasformare da Gesù che si
rivela e si comunica, è stato l’esercizio costante dei santi. La sua vita, le
sue parole, la sua opera continuano ad essere presenti nella Chiesa e
interpellano ogni cristiano. Egli domanda di rivivere i suoi “misteri”, come scriveva – ma è uno tra tanti – San
Giovanni Eudes: «Dobbiamo continuare e
compiere in noi i misteri di Gesù e pregarlo spesso che li porti a compimento
in noi e in tutta la sua Chiesa. Poiché essi non sono ancora compiuti nella
loro piena perfezione. Se sono perfetti e compiuti nella persona di Gesù, non
sono tuttavia ancora compiuti e perfetti in noi, sue membra, né nella Chiesa
che è il suo corpo mistico (Ef 5,30). (…) li vuole portare a compimento in
noi». Quindi esemplifica: «Il Figlio di Dio ha pensato di vivere in noi il mistero
della sua incarnazione, della sua nascita, della vita nascosta, prendendo forma
in noi, nascendo nelle nostre anime, con i santi sacramenti del battesimo e
della divina eucaristia, e facendoci vivere una vita spirituale e interiore,
nascosta con lui in Dio. Ha progettato di perfezionare in noi il mistero della
sua Passione, morte e risurrezione, facendoci soffrire, morire e risorgere con
lui e in lui. Ha pensato di parteciparci lo stato di vita gloriosa e immortale
che lui ha in cielo, facendoci vivere con lui e in lui una vita gloriosa e
immortale, quando saremo in cielo» (Il
Regno di Gesù, 3, 4).
Quanti
autori si sono cementati nel meditare i misteri della vita di Gesù! A
cominciare da Origene fino a sant’Ignazio di Loyola, dalla Scuola francese a Columba
Marmion con Cristo nei suoi misteri, da Romano Guardini con Il
Signore a Giuseppe Aubry con I misteri di Gesù Salvatore, fino al Gesù
di Nazaret di papa Benedetto XVI.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume questa ininterrotta tradizione scrivendo: «La nostra comunione ai misteri della vita di Gesù scaturisce dal fatto che egli ha vissuto tutta la sua vita “per noi e per la nostra salvezza”. Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi» (n. 521).
Ogni cristiano, come Paolo, è chiamato «a non sapere altro se non Gesù Cristo e Cristo crocifisso» (1 Cor 2, 2), a «conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza» (Ef 3, 19), a «imparare a conoscere il Cristo» (Ef 4, 20), a «conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, divenendogli conforme nella morte…» (Fil 3, 10).
Nessuno meglio di Maria può aiutarci a meditare e a vivere i misteri della vita di Gesù. Un modo semplice è recitare con lei i misteri proposti dal Rosario e contemplarli con i suoi stessi occhi. «Con Maria Immacolata – suggerisce la Regola degli Oblati – contempleranno i misteri del Verbo incarnato, specialmente nella preghiera del Rosario» (C 36).
Senza la contemplazione, scrive Paolo VI, «il Rosario è corpo senza anima e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule» (Marialis Cultus, 47). Giovanni Paolo II, proclamando l’anno del Rosario, invita i fedeli a «contemplare con Maria il volto di Cristo» (Rosarium Virginis Mariae, 3). Anche papa Francesco, alla vigilia del mese mariano del 2020, invita a recitare il rosario per «contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria».
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