1 maggio 2022
Per il fatto che più della metà degli umani vive in città ci siamo dimenticati della campagna, quasi non esistesse.
Me l’ha ricordato ieri il treno che mi porta a Genova
lungo la linea tirrenica. Il Lazio a nord di Roma prima, poi la Maremma toscana
e su su fino nel parco di san Rossore, mi mostrano una distesa continua di
campi coltivati, orti, frutteti: disegnano una campagna ordinata, pulita, che
canta la cooperazione tra Dio e l’uomo per rendere più bello e fruttuoso il
creato. A rallegrare sguardo e cuore non manca il colore dei papaveri che
costeggiano la ferrovia.
Me lo ricorda oggi il tratto Lione-Moulins: una campagna
tenuta con la stessa cura, in alternanza con pascoli e boschi. Solo il colore è
cambiato: il rosso dei papaveri lascia il posto al giallo delle ginestre.
Anche il precedente tratto, Milano-Lione, disegna scenari
distanti dalle popolate frementi città: la traversata delle Alpi dalle cime
innevate invita ad alzare lo sguardo al cielo.
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