La nuova norma legislativa emanata da papa Francesco con la Lettera apostolica del 1° novembre, Authenticom charismatis, vuole certamente mettere un freno al sorgere incontrollato di nuovi istituti di vita consacrata. Ne vediamo sorgere tantissimi, segno della vitalità della Chiesa. Tanti di loro purtroppo sono frutti prematuri, hanno vita molto breve e creano autentici problemi. Il rischio è anche quello di una "nociva frammentazione in gruppi troppo piccoli". D’ora in poi un vescovo, prima di dare la sua approvazione a una nuova fondazione, dovrà avere il consenso scritto da parte della Santa Sede. È una garanzia di serietà, per evitare che «sorgano imprudentemente istituti inutili o sprovvisti di sufficiente vigore».
La Lettera è tuttavia l’occasione per richiamare alcuni aspetti fondamentali della realtà carismatica della Chiesa e metterne in luce tutto il suo valore:
- l’integrazione armoniosa dei carismi nella
vita del popolo di Dio;
- il doveroso discernimento da parte della
Gerarchia della Chiesa, che ha il carisma di discernere i carismi;
- la loro destinazione universale, con
la motivazione che “per sua natura, ogni Istituto di vita consacrata o Società
di vita apostolica, ancorché sorto nel contesto di una Chiesa particolare, «in
quanto dono alla Chiesa, non è una realtà isolata o marginale, ma appartiene
intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo
della sua missione»”.
Cosa sarebbe la Chiesa senza i carismi?
Nessun commento:
Posta un commento