È stata
anche l’occasione anche per conoscer la fondatrice delle suore, santa Teresa
Couderc, contemporanea di sant’Eugenio. Sono storie sempre affascinanti.
Nella sala d’ingresso
della casa un grande pannello riproduce una parola della santa, con la sua
stessa calligrafia (difficile da decifrare!): “Se livrer”, consegnarsi. È il ritornello
di un suo scritto:
“Il gran mezzo per
entrare nella via della perfezione e della santità, è di consegnarsi a Dio.
Consegnarsi è più che dedicarsi, è più che darsi, è persino più che
abbandonarsi a Dio.
Consegnarsi è morire a tutto e a se stessi, non più occuparsi dell’io che per
tenerlo sempre rivolto a Dio.
Consegnarsi è… quello spirito di distacco che non tiene più a nulla, né alle
persone, né alle cose, né al tempo, né ai luoghi.
Nulla di più facile, nulla di più dolce da praticare.
Si tratta di compiere una sola volta un atto generoso, dicendo con tutta la
semplicità di cui l’anima nostra è capace: ‘Mio Dio, voglio essere tutta tua,
degnati di accettare la mia offerta’. E tutto è detto.
Provate, e vedrete che in questo si trova la felicità che invano si cerca
altrove. L’anima che ha saputo consegnarsi ha trovato il paradiso sulla terra, poiché
gode già di quella pace soave che costituisce in parte la felicità degli
eletti”.
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