sabato 28 novembre 2020

Eugenio de Mazenod "uomo dell'Avvento"


“Passionné de Jésus Christ et inconditionnel de l’Église”. Così Paolo VI definì Eugenio de Mazenod il giorno in cui lo proclamò beato. Era il 19 ottobre 1975, domenica della giornata missionaria mondiale. Vi brillava la passione di sant’Eugenio per Gesù (era o no un uomo passionale, che viveva tutto con intensità?), e la totale dedizione (senza risparmiarsi, con creatività e audacia) alla causa della Chiesa, che è poi l’annuncio del Vangelo. Quelle parole ci sono restate nel cuore, ritratto perfetto del nostro fondatore. 
Venti anni più tardi, il 3 dicembre 1995, Giovanni Paolo II, proclamandolo santo, lo definì: “Uomo dell’Avvento”, parole non avuto la stessa risonanza di quelle di Paolo VI e che ricordiamo solo per dovere di cronaca. La canonizzazione avvenne nella prima domenica di Avvento e quindi, nell’omelia, il Papa doveva pur trovare un aggancio tra il nuovo santo e il tempo liturgico: un po’ forzato. O forse siamo stati noi un po’ frettolosi nel rimuovere la definizione perché ci sentivamo a disagio con quelle parole… 
Converrà ascoltarlo di nuovo:

“Il Beato Eugenio de Mazenod, che la Chiesa oggi proclama santo, fu un uomo dell’Avvento, uomo della Venuta. Egli non soltanto guardò verso quella Venuta, ma, come Vescovo e Fondatore della Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata, dedicò tutta la sua vita a prepararla. La sua attesa raggiunse l’intensità dell’eroismo, fu caratterizzata cioè da un grado eroico di fede, di speranza e di carità apostolica. 
Eugenio de Mazenod fu uno di quegli apostoli, che prepararono i tempi moderni, i tempi nostri. (…) aveva la consapevolezza che la missione di ogni Vescovo, in unione con la Sede di Pietro, ha carattere universale. (…) De Mazenod fu consapevole che il mandato di ogni Vescovo e di ogni Chiesa locale è in se stesso missionario e fece in modo che anche l’antichissima Chiesa di Marsiglia, i cui inizi risalgono al periodo subapostolico, potesse adempiere in maniera esemplare la sua vocazione missionaria, sotto la guida del suo Pastore. (…) 
L’universalità della missione della Chiesa fu, infatti, profondamente avvertita da Eugenio de Mazenod. Egli sapeva che Cristo desiderava unire alla sua persona tutto il genere umano e per questo motivo in tutto il corso della sua vita rivolse particolare attenzione all’evangelizzazione dei poveri, ovunque fossero. Rendiamo grazie a Dio per la grande trasformazione compiutasi mediante l’opera di questo Vescovo. 
Il suo influsso non si limita all’epoca in cui egli visse, ma continua ad agire anche sul nostro tempo. Infatti il bene compiuto in virtù dello Spirito Santo non perisce, ma dura in ogni “ora” della storia”. 

Eugenio de Mazenod come colui che apre la strada a Cristo, che lo annuncia presente nel mondo, che insegna a conoscerlo. Se l’Avvento è questo, che sia chiamato l’Uomo dell’Avvento. Come dire: missionario integrale, tutto proteso in avanti, ad anticipare il futuro a rendere presente il Cielo in terra. 

Continuiamo allora nella lettura del messaggio che il giorno dopo, 4 dicembre, il Papa concesse ai quasi ottomila pellegrini, di 60 nazioni, venuti a Roma per la festa di sant’Eugenio: 

- Indirizzandosi agli Oblati, in inglese: Dopo la beatificazione “avete lavorato sempre più seriamente a conoscere personalmente il Cristo e a farlo conoscere agli altri. Continuate a seguire le sue orme, a sforzarvi di diventare santi, camminando coraggiosamente nelle stesse strade di tanti operai evangelici”. 
- Parlando in italiano ai laici che “lavorano nelle attività apostoliche promosse dagli Oblati… So che con animo generoso molti tra di voi sostengono attivamente la missione degli Oblati…”. 
- In lingua polacca: “Il suo apostolato [di de Mazenod] è consistito nel trasformare il mondo con la forza del Vangelo di Cristo”. 
- Ai giovani, in italiano: “Voi sapete che i giovani sono ottimi missionari di altri giovani. Per questo, Cristo vi affida la missione di diffondere la Buona Novella della sua Risurrezione, specialmente attraverso i movimenti che seguono lo spirito di S. Eugenio”. 
- Infine, in spagnolo: “Vi auguro di ritornare nei vostri Paesi pieni di fede e fiduciosi nell’avvenire della Chiesa, una santa, cattolica ed apostolica”.

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