«Un cristiano non può mai essere annoiato o triste. Chi ama Cristo è una persona piena di gioia e che diffonde gioia». Così papa Francesco in un twitter del 2013. Nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium il termine ricorre 59 volte. Un leitmotiv che continua: «Un cristiano triste – dirà nel 2019 – è un triste cristiano». Sembra di sentire il curato di Torcy quando, al giovane “curato di campagna” nell’omonimo romanzo di Georges Bernanos, dice: «Il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste».
Ogni dizionario pone la tristezza come termine contrario alla
gioia. Ma in questi giorni il contrario della gioia sembra essere la noia, o
peggio la rabbia, che si esprime in aggressività verbale e fisica. Scontenti di
tutto e di tutti. Unico rimedio il divertimento, ma è euforia effimera, superficiale,
che svanisce in un attimo e lascia un’angoscia profonda.
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