Si preparò con un ritiro iniziato il 7 ottobre, di
cui conserviamo le note. Ho letto alcuni di quegli appunti durante l’omelia:
parlano della sua visione dell’episcopato, della missione di pastore, e
soprattutto della docilità allo Spirito Santo e alla volontà di Dio. Sono testi
di grande ricchezza dottrinale e di profondità spiritualità.
Pochi giorni prima, il 4 ottobre, scrisse una
lettera a Mons. Martin de Noirlieu, cappellano a San Luigi dei Francesi in Roma.
Non aveva nessun altro vicino con cui potersi confidare. Alla sua ordinazione
non c’era nessun familiare, né la mamma, né la sorella, e neppure nessuno dei
suoi Oblati. Ecco cosa scrisse a Martin de Noirlieu:
Se conosceste tutta l’amicizia
che ho per voi, vi rendereste conto del dispiacere che provo nel non vedervi,
soprattutto nella circostanza in cui mi trovo. Non è ancora noto a Roma, ma il
Papa mi ha nominato vescovo e visitatore apostolico di Icosia, Tripoli e
Tunisi. Sarò consacrato, salvo imprevisti, il 14 di questo mese. [...] Sono qui
solo, e vi assicuro che la povera natura è crocifissa; ma non invano sento che
Dio supplirà a ogni deficienza o difficoltà con abbondanti grazie spirituali.
Ho sempre considerato l’episcopato
in una luce diversa rispetto a molti altri; e ora che sono eletto e così prossimo
all’investitura della pienezza del sacerdozio di Gesù Cristo, questo profondo
senso di riverenza, la grande idea che la fede ha radicato nel mio cuore per
questa grande dignità, mi schiaccerebbe, togliendomi tutto il coraggio, tutta
la forza per andare avanti, se il Signore non mi riempisse con la speranza più
dolce, facendomi considerare questa nuova venuta dello Spirito Santo in me come
un momento di rinnovamento e di misericordia. Mi sembra che lo Spirito divino che
ho tanto addolorato da quando mi sono state imposte le mani nel sacerdozio, metterà
ordine nella mia anima, stabilendovi la sua dimora con un potere così grande
che non avrò modo di sfuggire alle sue ispirazioni. Che posso dirvi, amico mio?
Vi parlo come se stessi solo pensando. Sono pensieri familiari che non mi
imbarazzano. Addio, addio, vi lascio per andare un po’ a pregare, perché devo
imparare a far sempre più mio questo grande dovere, il principale del mio futuro
ministero.
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