Domenica mattina sarò sul sagrato in piazza san Pietro per concelebrare con papa Francesco in occasione della canonizzazione di Paolo VI, il papa della mia giovinezza.
Il
papa aperto sul mondo della cultura, del lavoro e dell’arte.
Il
papa che ha inaugurato i grandi viaggi apostolici nel mondo intero, uscendo
dall’angusto stato della Città del Vaticano, per portare ovunque l’annuncio di
Cristo.
Il
papa che è tornato per primo, dopo Pietro, nella Terra Santa, per riprendere
contatto diretto con il Vangelo e le radici della fede cristiana.
Il
papa dell’abbraccio con Atenagora e dell’ecumenismo.
Il
papa del Concilio Vaticano II.
Il
papa che ha affrontato con coraggio la contestazione, gli anni di piombo, le
crisi internazionali.
Il
papa che ha incentrato tutta la vita sulla passione per Cristo e la riscoperta
del mistero della Chiesa.
Il
papa dei dialoghi, che ha sognato in grande e lavorato per l’unità.
Sull’unità
così scriveva già nel 1930 in alcune “note per gli studenti”, quando ero
assistente alla FUCI:
Abbiamo un profondo rispetto e una sincera
fiducia nella scienza, nella ricerca spassionata della verità, perché essa,
lungi dall’esaurire l’aspirazione mistica, cioè la nostra sete di vita
spirituale, ci benefica di una smisurata aspirazione all’Infinito.
Tocca a noi fare dell’intelligenza un
mezzo di unità sociale; tocca a noi rendere la verità tramite della comunione
fra gli uomini; tocca a noi diffondere l’unità di pensiero.
È una delle speranze del mondo moderno,
pur tanto traviato, questa tensione immensa verso la unificazione del genere
umano… riunire tutti i figli della terra in un solo nome ed in una sola
famiglia.
Affermiamo risolutamente di tendere
all’unione delle menti in un’unica verità… tale coincidenza di pensiero non è
ottenuta per via di contratto, di rinuncia, o di compromesso… ma è ottenuta
prima per dono totale di sé a una Ragione infinitamente superiore, verace ed
infallibile, dono quindi non umiliante; e poi per acquisto gratuito d’un
immenso tesoro di verità che viene dalla Sapienza di Dio.
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