Mattinata
di studio con la commissione storica della Società delle Missioni Africane e
della Suore di Nostra Signora d’Africa. È sempre una ricchezza condividere i
cammini di ricerca. Vengo così a conoscenza di un brevissimo fugace incontro
tra il fondatore della società, mons. de Marion Brésillac, e sant’Eugenio de
Mazenod.
Nel
suo viaggio in Francia in cerca di missionari e di aiuti finanziari per il suo
progetto missionario, mons. de Marion Brésillac passa da Marsiglia e incontra
il vescovo de Mazenod, che non riesce tuttavia ad entusiasmare per il suo
progetto, anche perché ormai Eugenio è anziano e stanco. Il vescovo di Marsiglia si mostra tuttavia molto
accogliente come sempre verso i missionari.
Ecco
la malinconica pagina di diario di Brésillac:
«Maggio
1856. Sono stato accolto molto ben dal Rev. P. Fissiaux che si trovava nella casa
degli orfani dove mons. de Mazenod amministrava la cresima. Mi ha pregato di
andare al pranzo dopo la cerimonia perché ero andato al penitenziario di
St-Pierre. Sono andato, avendo così l'opportunità di conoscere il vescovo e di
parlargli della mia opera. Sua Grandezza non era né freddo né caldo. Comunque
rimanemmo d’accordo che la domenica seguente avrei predicato nella cattedrale.
Comunque un sermone, specialmente nel tempo delle processioni, è ben poca cosa per
una città così grande. Era necessario essere assecondati da persone pie e prendere
contatti fuori della predicazione. Per questo, ho visitato alcune persone, ma
non ho molte speranze di riuscire perché questo modo di fare non è proprio il
mio. Venerdì ho pranzato dal vescovo e ho assistito alla magnifica processione
del Sacro Cuore, che il brutto tempo ha molto ostacolato. Tutti sanno come riescono
bene le processioni del Santissimo Sacramento a Marsiglia, nonostante le molte
irregolarità liturgiche che si notano in Francia, anche nelle diocesi che hanno
recuperato il rito romano.
Domenica, 1 giugno, ho dunque predicato, ma c'erano pochissime persone nella
chiesa. Ciò si spiega in parte perché le processioni non sono ancora finite e perché
si dice che molti di quelli che sarebbero potuti venire sono già tornati in
campagna. Il vescovo non c'era, il che dimostra che ha poco interesse per l’opera,
e forse che personalmente non vuole assecondarla, sebbene sia sempre onesto con
me; di fatto la sera non aveva occupazioni serie che gli impedissero di
partecipare ai vespri. La questua è stata relativamente buona rispetto al
piccolo numero di ascoltatori...».
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