martedì 16 ottobre 2018

de Marion Brésillac e sant’Eugenio de Mazenod


Mattinata di studio con la commissione storica della Società delle Missioni Africane e della Suore di Nostra Signora d’Africa. È sempre una ricchezza condividere i cammini di ricerca. Vengo così a conoscenza di un brevissimo fugace incontro tra il fondatore della società, mons. de Marion Brésillac, e sant’Eugenio de Mazenod.
Nel suo viaggio in Francia in cerca di missionari e di aiuti finanziari per il suo progetto missionario, mons. de Marion Brésillac passa da Marsiglia e incontra il vescovo de Mazenod, che non riesce tuttavia ad entusiasmare per il suo progetto, anche perché ormai Eugenio è anziano e stanco.  Il vescovo di Marsiglia si mostra tuttavia molto accogliente come sempre verso i missionari.
Ecco la malinconica pagina di diario di Brésillac:

«Maggio 1856. Sono stato accolto molto ben dal Rev. P. Fissiaux che si trovava nella casa degli orfani dove mons. de Mazenod amministrava la cresima. Mi ha pregato di andare al pranzo dopo la cerimonia perché ero andato al penitenziario di St-Pierre. Sono andato, avendo così l'opportunità di conoscere il vescovo e di parlargli della mia opera. Sua Grandezza non era né freddo né caldo. Comunque rimanemmo d’accordo che la domenica seguente avrei predicato nella cattedrale. Comunque un sermone, specialmente nel tempo delle processioni, è ben poca cosa per una città così grande. Era necessario essere assecondati da persone pie e prendere contatti fuori della predicazione. Per questo, ho visitato alcune persone, ma non ho molte speranze di riuscire perché questo modo di fare non è proprio il mio. Venerdì ho pranzato dal vescovo e ho assistito alla magnifica processione del Sacro Cuore, che il brutto tempo ha molto ostacolato. Tutti sanno come riescono bene le processioni del Santissimo Sacramento a Marsiglia, nonostante le molte irregolarità liturgiche che si notano in Francia, anche nelle diocesi che hanno recuperato il rito romano.

Domenica, 1 giugno, ho dunque predicato, ma c'erano pochissime persone nella chiesa. Ciò si spiega in parte perché le processioni non sono ancora finite e perché si dice che molti di quelli che sarebbero potuti venire sono già tornati in campagna. Il vescovo non c'era, il che dimostra che ha poco interesse per l’opera, e forse che personalmente non vuole assecondarla, sebbene sia sempre onesto con me; di fatto la sera non aveva occupazioni serie che gli impedissero di partecipare ai vespri. La questua è stata relativamente buona rispetto al piccolo numero di ascoltatori...».



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