Andarono dunque e videro
dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del
pomeriggio. (Gv 1, 35-42)
Avrei voluto essere il
terzo discepolo a seguirti in quel pomeriggio assolato. Dove ti eri accampato,
là vicino alle rive del Giordano, quando eri andato per farti battezzare? Una
capanna, una grotta? Non importa dove abiti, tu che non hai una pietra dove
posare il capo. Fosse una reggia o un rifugio di frasche, quel che rimase
indelebile negli occhi e nel cuore di quei primi discepoli fosti tu. Cercavano
te. Oppure eri tu che cercavi loro?
Fino a quel momento
silenziosi, i due giovani sono provocati dalla tua domanda – «Che cosa
cercate?» – che li guida verso una consapevolezza più esplicita della
motivazione che li ha messi sulle tue tracce: «Rabbì, dove dimori?». Non ti
chiedono semplicemente dove abiti, ma dove “dimori”, con quel ricco vocabolo
che troveremo lungo tutto il Vangelo di Giovanni. Vogliono conoscere la tua
vita, il tuo modo di esistere, il mistero della tua persona. Chi sei in realtà
tu, che Giovanni ha indicato come l’agnello di Dio?
La scoperta della tua
identità comincia a farsi esperienza concreta in un crescendo progressivo
affidato a tre verbi: “andarono”, “videro”, “rimasero”. Non è questo il cammino
che siamo chiamati a percorrere anche noi?
“Andarono”. È la risposta
al tuo invito: “Venite”. Per conoscerti occorre seguirti, accogliere la tua
parola e aderivi, fidarsi di te, qualunque cosa tu ci chieda, ovunque tu ci
conduca.
“Videro”: è l’illuminazione,
frutto della sequela, fino alla scoperta di chi sei veramente.
“Rimasero”, a indicare una
relazione stabile, una profonda comunione di vita e di destino. Ti cercano e ti
trovano, ti seguono e si fermano, itinerario di ogni vocazione e suo approdo
sicuro. Chi ci separerà da te?
Il paradosso è che
l’esperienza del “rimanere” si trasforma in quella dell’“andare”. Quel
pomeriggio si è impresso indelebilmente nella memoria dei due, eppure non si
sono fermati con te. Troppo impellente l’urgenza di comunicare l’esperienza
vissuta, la scoperta della pienezza di vita: «Abbiamo trovato», e conducono
altri a te, in una catena ininterrotta. Iniziata con l’anello che congiunge
Andrea a Simone, la sequenza dell’annuncio passa di bocca in bocca lungo i
secoli, fino a noi.
Sono il terzo discepolo,
accanto a quei primi due: anche a me hai chiesto di seguirti, di vedere dove
dimori; ti ho conosciuto e sono rimasto con te, e ora voglio andare e
annunciarti e portare a te quanti incontro.
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