Mi
immagino che quando si fa notte fonda e tutto tace, la basilica e la moschea,
una di fronte all’altra, comincino con lo scambiarsi qualche parola gentile,
per poi raccontarsi le preghiere che dai rispettivi fedeli salgono al cielo, meravigliandosi
ogni volta nel costatare che, di là e di qua, salgano le stesse preghiere.
Il luogo
che più mi parla, adesso come nei precedenti viaggi, è quella rocca sul lago
dove è apparso dopo la risurrezione. Aveva dato un appuntamento misterioso ai
discepoli: “Vi aspetto in Galilea”. Dove, quando, come? Li aspettò sulla riva
del lago, in un momento inatteso, su quella roccia dove aveva preparato la brace e arrostito
pane e pesce. Quasi non lo riconoscevano…
Tutti l’avevano
abbandonato, tutti si erano sentiti dei falliti, a cominciare da Pietro. E Gesù
comincia proprio da lui: “Mi ami?”. Per le tre volte l’aveva rinnegato, per
tre volte gli offre la possibilità di riconoscerlo, di dirgli il suo amore: “Tu
sai tutto, tu lo sai che ti amo”.
A lui e
agli altri, a tutti noi, dona la possibilità di ricominciare.
Partirono
di nuovo, da dove erano partiti la prima volta, ma adesso conoscevano la propria miseria e la sua misericordia, la propria debolezza e la forza della sua grazia.
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