giovedì 18 gennaio 2018

Un vestito su misura per movimenti e nuove comunità


La sala Riaria nel palazzo della Cancelleria, uno dei più bei palazzi rinascimentali di Roma, ha accolto i rappresentanti di 23 gruppi convenuti per un convegno di studio su “Carisma e istituzione nei movimenti e nelle nuove comunità”. Significativo che la giornata si sia tenuta all’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, tacito invito a crescere nella comunione tra gruppi e movimenti così diversi, espressione della bellezza della Chiesa di oggi.
Il carisma è ciò che dà senso a queste nuove forme di vita. L’istituzione lo contiene e lo sostiene, è tutta a sua servizio.
Si susseguono relatori di grido come Coda, Ghirlanda, Navarro, Hesse, seguiti dalle testimonianze delle comunità che mettono in luce le domande nuove che le nuove esperienze pongono al diritto, che fatica a stare al passo della creatività dello Spirito.
Tutti sono d’accordo che la grande varietà carismatica rappresentata da queste nuove forme di vita deve essere salvaguardata, senza convogliarla in facili omologazioni. Anche nel campo giuridico occorrono trovare le strade adatte ad ogni diversa esperienza, nel rispetto delle persone e delle istituzioni.


Di fatto le nuove realtà carismatiche non hanno uno statuto adeguato, dal punto di vista giuridico; l’assimilazione alle Associazioni di laici non è sufficiente.
Il Movimento dei Focolari, Nuovi Orizzonti, la Famiglia della Speranza, la Comunità Cattolica Shalom (parla il fondatore!), la Comunità dell’Emmanuele, la Comunità Papa Giovanni XXIII presentano le questioni aperte, tra cui l’incardinazione dei sacerdoti appartenenti ai movimenti, la comunione tra gli stati di vita all’interno delle comunità, la salvaguardia della specificità delle vocazioni…
Vi è un’esplosione di vita in tutto il mondo, che domanda di trovare dei vistiti su misura, tagliati su ciascuno.


La vita precede sempre il diritto. Le sfide che movimenti e comunità sono chiamati ad affrontare mi sembrano le stessa della Chiesa, che deve gestire la grande varietà, la poliedricità, come direbbe papa Francesco, i rapporti tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, tra uomini e donne.
Mentre ero immerso tra tanta vita e tante domande, mi è venuta davanti agli occhi la Chiesa del cenacolo, con Maria e Pietro: il loro rapporto d’unità era fondamentale nella Chiesa nascente, così come quello tra gli apostoli, le donne e i 120 discepoli. Quanto molteplice e poliedrica nelle espressioni l’autorità, l’autorevolezza, il servizio, l’accoglienza, la guida. Rimane il modello per la Chiesa di sempre, la fonte d’ispirazione per ogni tipo di rapporto ecclesiale, anche di quello tra il presidente laico e il responsabile dei sacerdoti all'interno di una associazione come quella dei movimenti e nuova comunità.
Forse occorrerà un "atto di forza", quella che viene dalla testimonianza della credibilità e dalla serietà dell'impegno ecclesiale, un atto quindi di convincemento che viene dall'evidenza, perché il diritto accolga le novità ed abbia il coraggio di formule adeguate alla realtà del carisma.


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