La sala Riaria nel palazzo della Cancelleria, uno dei più bei palazzi rinascimentali di Roma, ha accolto
i rappresentanti di 23 gruppi convenuti per un convegno di studio su “Carisma e
istituzione nei movimenti e nelle nuove comunità”. Significativo che la
giornata si sia tenuta all’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani, tacito invito a crescere nella comunione tra gruppi e movimenti così
diversi, espressione della bellezza della Chiesa di oggi.
Il carisma
è ciò che dà senso a queste nuove forme di vita. L’istituzione lo contiene e lo
sostiene, è tutta a sua servizio.
Si susseguono
relatori di grido come Coda, Ghirlanda, Navarro, Hesse, seguiti dalle
testimonianze delle comunità che mettono in luce le domande nuove che le nuove
esperienze pongono al diritto, che fatica a stare al passo della creatività
dello Spirito.
Tutti
sono d’accordo che la grande varietà carismatica rappresentata da queste nuove
forme di vita deve essere salvaguardata, senza convogliarla in facili
omologazioni. Anche nel campo giuridico occorrono trovare le strade adatte ad
ogni diversa esperienza, nel rispetto delle persone e delle istituzioni.
Di fatto
le nuove realtà carismatiche non hanno uno statuto adeguato, dal punto di vista
giuridico; l’assimilazione alle Associazioni di laici non è sufficiente.
Il Movimento
dei Focolari, Nuovi Orizzonti, la Famiglia della Speranza, la Comunità
Cattolica Shalom (parla il fondatore!), la Comunità dell’Emmanuele, la Comunità
Papa Giovanni XXIII presentano le questioni aperte, tra cui l’incardinazione
dei sacerdoti appartenenti ai movimenti, la comunione tra gli stati di vita all’interno
delle comunità, la salvaguardia della specificità delle vocazioni…
Vi è un’esplosione
di vita in tutto il mondo, che domanda di trovare dei vistiti su misura,
tagliati su ciascuno.
La vita
precede sempre il diritto. Le sfide che movimenti e comunità sono chiamati ad
affrontare mi sembrano le stessa della Chiesa, che deve gestire la grande
varietà, la poliedricità, come direbbe papa Francesco, i rapporti tra
sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, tra uomini e donne.
Mentre
ero immerso tra tanta vita e tante domande, mi è venuta davanti agli occhi la
Chiesa del cenacolo, con Maria e Pietro: il loro rapporto d’unità era fondamentale
nella Chiesa nascente, così come quello tra gli apostoli, le donne e i 120
discepoli. Quanto molteplice e poliedrica nelle espressioni l’autorità, l’autorevolezza,
il servizio, l’accoglienza, la guida. Rimane il modello per la Chiesa di
sempre, la fonte d’ispirazione per ogni tipo di rapporto ecclesiale, anche di quello tra il presidente laico e il responsabile dei sacerdoti all'interno di una associazione come quella dei movimenti e nuova comunità.
Forse occorrerà un "atto di forza", quella che viene dalla testimonianza della credibilità e dalla serietà dell'impegno ecclesiale, un atto quindi di convincemento che viene dall'evidenza, perché il diritto accolga le novità ed abbia il coraggio di formule adeguate alla realtà del carisma.
Forse occorrerà un "atto di forza", quella che viene dalla testimonianza della credibilità e dalla serietà dell'impegno ecclesiale, un atto quindi di convincemento che viene dall'evidenza, perché il diritto accolga le novità ed abbia il coraggio di formule adeguate alla realtà del carisma.
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