Il granaio dell'apparizione con tutto il villaggio |
17
gennaio 1871: dopo Lourdes e La Salette, la Madonna appare in un altro piccolo
paese della Francia, a quattro ragazzi, Eugenio e Giuseppe Barbedette,
Francesca Richer e Giovanna Maria Lebossé.
Due anni
più tardi il vescovo di Laval chiama gli Oblati per prendersi cura dei
pellegrinaggi e per costruire il santuario. La basilica è inaugurata nel 1877 e
pochi anni dopo, il 2 agosto 1885, uno dei veggenti, Giuseppe Barbedette,
divenuto Oblato, vi celebra la prima messa, assistito dal fratello Eugenio
divenuto sacerdote. Francesca Richer farà da perpetua a don Eugenio e Giovanna
Maria Lebossé è già diventata suora.
L’apparizione
avvenne davanti al granaio di casa, durò tre ore, il tempo perché accorresse
tutto il paese con il vecchio parroco in testa. In cielo, ai piedi di Maria,
erano apparse tre scritte, una delle quali diceva: “Mio Figlio si lascia
toccare”.
È soprattutto
questa frase che oggi, anniversario dell’apparizione, mi è rimasta in cuore.
Toccare. Il tatto è il primo e più sicuro dei sensi. Quando un bambino nasce
non vede, non sente, ma subito si attacca al petto della mamma. Da allora, da
quando siamo nati, abbiamo bisogno di toccare per avere certezze, sentirci sicuri.
Anche Gesù
si è lasciato toccare: lo tocca la peccatrice che gli unge i piedi (Lc 7, 39),
la donna che perde sangue (Mt 9, 21), i malati, che spesso si contentano di toccare
il mantello (Mc 3, 10; Mt 14, 36), un cieco (Mc 8, 22), le folle (Lc 6, 19), le donne che ne ungono il corpo dopo la morte, Maria Maddalena
che vuole trattenerlo dopo la risurrezione… Egli stesso chiede ai discepoli di
toccarlo (Lc 24, 39). Giovanni ha toccato con le mani il Verbo della vita (1 Gv
1, 1). A sua volta Gesù tocca gli ammalati, i lebbrosi, i ciechi.
Il
Vangelo è corposo… Da quando Dio si è fatto “carne” lo si può toccare: “Mio
Figlio si lascia toccare”.
Che
rivelazione bella quella di Pontmain, davvero evangelica.
Ne riparliamo nei prossimi giorni.
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