Il
momento più bello di questo primo giorno di Terra Santa?
Non solo
pietre e paesaggi, questa Terra Santa, ma pietre vive e vangelo vivo, Gesù che
continua a camminare oggi sulle sue strade, tra la sua gente.
Poi Cana,
con il “segno” dell’acqua cambiata in vino.
Giovanni chiama “segni” e non
“miracoli” gli atti di potenza operati da Gesù: vuole che non ci fermiamo al
segno prodigioso, ma alla realtà più profonda contenuta nel miracolo:
- Il vino offerto da Gesù è il vino
migliore, dato alla fine: è il vino della pienezza dei tempi, dato in
abbondanza. Per introdurre la vita pubblica di Gesù l’evangelista sceglie un
segno che esprime bene la novità portata da Gesù, la grande svolta che inizia
il tempo della salvezza.
- L’acqua
cambiata in vino è profezia di un altro grande cambiamento, del pane e vino nel
corpo e sangue di Cristo e della nostra umanità in divinità.
Come da
tradizione ho benedetto gli sposi che hanno rinnovato le loro promesse.
Infine Nazareth,
dove è il Verbo si fece carne, accolto dal sì di Maria. Qui, con l’incarnazione
di Cristo, è iniziata comincia la nostra storia.
La
fontana della Madonna, la casa di Giuseppe e della santa Famiglia, la casa dell’annunciazione…
Torniamo
così alla contemplazione, come ci spiega la guida di questi giorni: “Non
conosciamo i colloqui fra Gesù e Maria. Certo deve essere stato un crescere di
comprensione sempre più profonda fra il cuore di Maria e quello di Gesù. La
loro unità è stata la cosa più alta, la relazione più divina, dopo l’unità fra
le persone della Santissima Trinità”.
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