È finalmente in libreria il libro della Scuola Abbà più
volte annunciato, Resurrezione di Roma.
In esso è fatto oggetto di
studio un famoso testo di Chiara Lubich nel quale narra il suo impatto – siamo nel
1949 – con la città di Roma nel periodo magmatico della ricostruzione
postbellica, una città – Roma – che, anche per la sua storia millenaria e il
suo significato, assurge a simbolo della “Città”, di ogni città.
Il breve densissimo testo
di Chiara si rivela un manifesto per una lettura del fenomeno urbano, senza
escludere anche forme più piccole di aggregazione, e di una fattiva immersione
in esso, così da assumerne le problematiche e le aspirazioni, accompagnando
l’umanità alla sua piena realizzazione, fino ad una fraternità che si apre
all’unità tra Cielo e terra. Un testo in cui si concentra in qualche modo
l’essenza del suo carisma e che Chiara stessa ha considerato un vero programma:
una Magna Charta per un rinnovamento della società.
Un testo “controcorrente”,
provocatorio, perché unisce quello che certi indirizzi di pensiero vorrebbero
tenere rigorosamente distinto: il “sacro” e il “profano”, la religione e la
vita sociale. In realtà, non abolisce le distinzioni, supera piuttosto quella
che è diventata una separazione, tracciando linee di sviluppo di un umanesimo
dalle radici profonde, con una visione integrale, ma non integralista, sulla
realtà umana. Con ciò questo scritto si colloca nella grande corrente della
tradizione biblica ed ecclesiale e la sviluppa con sana laicità. Il Dio
trinitario e la sua vita di dono e amore, di cui è resa partecipe l’umanità,
vengono indicati da Chiara come fattori che possono imprimere alla società uno
straordinario dinamismo relazionale, fonte di innovazione e collante della convivenza
umana ad ogni livello: dalla famiglia alla città alla civiltà globale. Cosa di
cui la società in questo momento ha tremendamente bisogno. Senza confusione: la
dimensione umana non viene annullata ma potenziata, la realtà sociale 8 Prefazione
può
ricevere dalle sorgenti del Vangelo luce, vita, ispirazione. Con queste
premesse, Resurrezione di Roma si propone come un paradigma di
interpretazione della città e dell’operare al suo interno.
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