È terminata felicemente la Tre giorni sulla Parola di
Dio ad Ariccia. Momenti di tanta gioia. Col desiderio di continuare questi
incontri in maniera regolare.
Tra le tante cose, ho anche raccontato una mia
esperienza, che mi ha fatto capire che ogni Parola del Vangelo, se vissuta,
produce sempre lo stesso effetto: porta ad amare.
All’inizio del 2000 Chiara Lubich mi chiamò a
collaborare con lei nella preparazione dei commenti della “Parola di Vita”.
Pubblico qui la foto di una mezza pagina con alcuni testi della Scrittura, scelti
per l’anno 2002, con le annotazioni che mi mandata per avviare il commento.
Più volte, sorridendo e compiaciuta, rilevava come
ogni Parola della Scrittura, qualunque essa fosse, alla fine portava ad amare e
che, di conseguenza, ogni commento giungeva a questa conclusione.
Mi figuravo allora il Vangelo come un prato dai mille
fiori, tanti quante le sue parole; un prato impregnato d’acqua – l’amore –, che
non si vede in superficie, ma che affiora ad ogni passo: tutto amore.
Che ogni Parola di Dio sia amore appare ancora più
evidente in quelle prime Parole di Vita che Chiara Lubich scriveva sotto una
grazia particolarmente intensa, legata alle origini carismatiche. Potrebbe
sembrare un’enfasi eccessiva, non sempre rispettosa di una lettura oggettiva.
Al contrario, cogliere la centralità dell’agape in ogni parola evangelica è
andare al cuore della Buona notizia, che fa coincidere l’annuncio con il
Maestro stesso che l’annuncia; ogni sua parola e dunque espressione del suo
essere Amore.
Chiara lo aveva scoperto, con intensità unica, proprio
nel periodo in cui iniziava a scrivere questi primi commenti. Lei stessa l’ha
narrato più tardi: «Vivendo una Parola e poi un’altra e un’altra ancora,
avevamo costatato come, mettendo in pratica qualsiasi Parola di Dio, gli
effetti alla fine erano identici. Il fatto è che ogni Parola, pur essendo
espressa in termini umani e diversi, è Parola di Dio. Ma siccome Dio è Amore,
ogni Parola è carità. Crediamo d’aver in quel tempo scoperto sotto ogni Parola
la carità. E, quando una di queste Parole cadeva nella nostra anima, ci
sembrava che si trasformasse in fuoco, in fiamme, si trasformasse in amore. Si
poteva affermare che la nostra vita interiore era tutta amore».
Nel
commento alla Parola di Vita di gennaio 1950 ne spiega in maniera ancora più
profonda il motivo: «Ogni Parola di Dio è come un frammento d’Ostia Santa:
contiene tutto Gesù. Contiene cioè l’Uomo-Dio, un finito infinitizzato ed un
infinito finitizzato. È un’espressione particolare, fatta per alcune persone
che contiene però in sé la Luce per tutte».
Vi è
dunque una pericoresi tra tutte le parole del Vangelo, ognuna esprime tutto
Gesù e tutto il suo amore. È così che ogni parola può trasformarsi “in fuoco,
in fiamme, in amore”.
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