È ormai da
più di 70 anni che si vive la Parola di vita. Questo foglietto arriva tra le nostre
mani. Ne leggiamo il commento, ma ciò che vorremmo rimanesse è la frase proposta,
una parola della Scrittura, spesso di Gesù. La “Parola di vita” non è una semplice
meditazione, ma in essa è Gesù che ci parla, ci invita a vivere, portandoci sempre
ad amare, a fare della nostra vita un dono.
È una “invenzione”
di Chiara Lubich, che così ne
ha raccontato l’origine: «Avevo fame di verità, di qui lo studio della filosofia.
Anzi di più: come molti altri giovani cercavo la verità e credevo di trovarla nello
studio. Ma ecco una delle grandi idee dei primi giorni dell’inizio del Movimento,
subito comunicata alle mie compagne: “A che cercare la verità quand’essa vive incarnata
in Gesù, uomo-Dio? Se la verità ci attrae, lasciamo tutto, cerchiamo Lui e seguiamo
Lui”. Così abbiamo fatto».
Presero in
mano il Vangelo e iniziarono a leggerlo parola per parola. Lo trovarono tutto nuovo.
«Ogni parola di Gesù era un fascio di luce incandescente: tutto divino! (…) Le sue
parole sono uniche, eterne (…), affascinanti, scritte con divina scultoreità, (…)
erano parole di vita, da tradursi in vita, parole universali nello spazio e nel
tempo». Le scoprirono non ferme al passato, non un semplice ricordo, ma parole che
Egli continuava a rivolgere a noi, come a ciascun uomo di ogni tempo e latitudine.
Siamo attorniati
da tante proposte di vita, da tanti maestri di pensiero, alcuni aberranti, che inducono
addirittura alla violenza; altri invece sono retti e illuminati. Eppure le parole
di Gesù possiedono una profondità e una capacità di coinvolgerci che altre parole,
siano esse di filosofi, di politici, di poeti, non hanno. Sono “parole di vita”,
si possono vivere e danno la pienezza della vita, comunicano la vita stessa di Dio.
Ogni mese
ne prendiamo una in rilievo, così, lentamente il Vangelo penetra nel nostro animo,
ci trasforma, ci fa acquistare il pensiero stesso di Gesù, rendendoci capaci di
rispondere alle situazioni più diverse. Gesù si fa nostro Maestro.
A volte possiamo
leggerla insieme. Vorremmo che fosse Gesù stesso, il Risorto, vivo in mezzo a quanti
sono riuniti nel suo nome, a spiegarcela, attualizzarla, suggerirci come metterla
in pratica.
Ma la grande
novità della “Parola di vita” sta nel fatto che possiamo condividere le esperienze,
le grazie nate dal viverla, così come Chiara spiega riferendosi a quanto accadeva
agli inizi, che dura tuttora: «Si sentiva il dovere di comunicare agli altri quanto
si sperimentava, anche perché si era consci che donando l’esperienza rimaneva, ad edificazione
della nostra vita interiore, mentre non donando lentamente l’anima si impoveriva.
La parola era dunque vissuta con intensità durante tutto il giorno e i risultati
venivano comunicati non solo fra noi, ma con le persone che si aggiungevano al primo
gruppo. (…) Quando la si viveva, non era più l’io o il noi che viveva, ma la parola
in me, la parola nel gruppo. E questa era rivoluzione cristiana con tutte le sue
conseguenze».
Così può
essere oggi anche per noi.