Non c’è stato tempo per giri turistici, ma prima di lasciare
il Congo ho comunque voluto fare una visitina al mercato artigianale e una
breve passeggiata lungo la sponda del fiume. Di qua Kinshasa, di là, Brazzaville,
le due capitali più vicine al mondo e tenute distanzi da antagonismi e rivalità.
E poi via all’aeroporto, percorrendo la grande strada a
quattro corsie di marcia. Quaranta chilometri lungo i quali, venendo e andando
dalle mille stradine che qui confluiscono, si accalca un milione di persone. Ai
lati un mercato ininterrotto con una transumanza umana che nel nostro
immaginario ricorda l’Esodo. Per quanti chilometri cammina a piedi questa
fiumana di gente e verso dove? Saltando la barriera che divide i due sensi di
marcia attraversano la strada con una temerarietà da brivido, obbligando le
auto a brusche fermate o ad una lenta andatura. Negli incroci, senza semafori,
è il caos puro, nonostante la buona volontà della polizia, è un vortice
intricato, un marasma disordinato, un confuso suonare di clacson.
Nessun commento:
Posta un commento