Il commento alla parola di
vita: croce e delizia.
Cosa faceva quella sera a
casa Marta, per dover rimproverare la sorella che non la aiutava? Non la aiutava
a fare cosa? È appunto questo l’interrogativo che mi pone una lettrice,
scrivendomi:
L’ermeneutica biblica femminile, negli ultimi 30 anni ha
cercato di fare un mutamento nell’immaginario collettivo, togliendo la
prospettiva androcentrica che si è infilata nelle interpretazione bibliche. Un
caso paradigmatico è quello di Marta. Marta non faceva affatto da mangiare. La
prospettiva androcentrica colloca sempre la donna in faccende di casa: pulire o
cucinare. Forse Marta si affannava per un’altra realtà.
Siccome il testo non dice che stava lavorando in casa
(cucinare, pulire) non è necessario fomentare l’immaginario collettivo in
questa direzione. Alcune autrici affermano che, essendo probabilmente Marta e
Maria discepole del Maestro, Marta si stava affannando per altre cose, non
precisamente per preparare il pranzo. Come donna trovo nel commento alla parola
di vita una tipica interpretazione androcentrica.
In effetti sono un uomo, e
per quanto mi sforzi di offrire una lettura abbastanza oggettiva dei testi
biblici, la precomprensione androcentrica me la porto dietro comunque.
In ogni caso la domanda
rimane. Cosa stava facendo Marta?
Ho preso l’ultimo commento ai
Vangeli, scritto da quattro donne: I
Vangeli tradotti e commentanti da quattro bibliste, Ancora, Milano 2015,
nella speranza di non trovare una interpretazione androcentrica. Il Vangelo di
Luca, da cui è tratta la Parola di vita di giugno, è tradotto e commentato da Rosanna
Vigili (licenziata in Scienze bibliche al Pontificio Istituto biblico di Roma e
docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano), che è anche la
curatrice dell’intera opera, un bel libro di 1694 pagine (55 euro).
A p. 1004ss Rosanna Vigili
scrive che Marta “si comporta similmente al buon samaritano nel farsi prossimo
al pellegrino Gesù che, stanco del cammino, avrà avuto bisogno di riparo e
ristoro”. Parla quindi della accoglienza “solare” e della “cordialità di una
donna di paese verso i forestieri”. Ricorda poi quali fossero le consuetudini
del tempo riguardo all’accoglienza (il verbo greco ypodéchomai
dice proprio che Marta praticò l’accoglienza). Questa comprendeva,
come primo gesto, prendere l’acqua e lavare il forestiero, a cominciare dai
piedi: era un servizio sempre fatto da donne. Dopo il bagno si prendeva una
tunica con cui sostituire gli abiti sudati e sporchi. Terzo si preparava il
pranzo.
Probabilmente sono
questi i servizi di cui si preoccupa e si affanna Marta e di cui ella parla a
Gesù, facendogli presente che la sorella Maria non la aiuta e chiedendogli di
invitarla a non lasciarla sola in questi lavori. Se invece era intenta ad altre
occupazioni, quali sarebbero potute essere? Sinceramente non so immaginarle,
come non sa immaginarle Rosanna Vigili.
“Una volta soddisfatti i
dovuti tributi, allora, ci si poteva sedere ad ascoltare l’ospite – continua Rosanna
Vigili … Maria glissa su tutto quello che c’è da fare prima e inizia con la
fine: si mette subito a sedere per sapere di quello sconosciuto. Il suo gesto
è, pertanto, fuori luogo e contro le regole tradizionali. Ma al profano
potrebbe risultare anche neghittoso e comodo, come se Maria fosse la sorella
viziata che non aveva voglia di far niente”.
Poco da fare, Maria ha scelto
la parte buona. Marta si sarà adeguata e quella sera Gesù e compagni si
accontentarono di pane e olive.
E grazie alla lettrice, che mi costringe a ripensare costantemente...
E grazie alla lettrice, che mi costringe a ripensare costantemente...
questa risposta alla domanda che non avrà mai una vera risposta su che cosa stesse facendo Marta quella sera mi ha regalato una risata di gusto che mi porta a vivere con gioia questa mattinata .Come donna penso che non sia un problema ignorare ciò che Marta stesse facendo .A Gesù importava riportare Marta a svolgere con amore ciò che stava facendo e poter gustare anche lei la pace che Maria stava provando ai piedi del Rabbi ,anticipando la gioia del paradiso .un saluto da Pierangela
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