Comunità Emmanuele, Fraternità
Giovanni XXIII, Nuovi orizzonti, Focolari, Fraternità della Speranza, Canto
Nuovo, Comunità Shalom. Sono i gruppi presenti in questi giorni a Loppiano per
un seminario sulla consacrazione di vita nei Movimenti ecclesiali e Nuove comunità.
C’è aria di freschezza e di speranza
in sala, il volto bello e giovane della Chiesa. Ognuno narra le proprie
origini, le ispirazioni che sono alla base delle rispettive esperienze. Sono
racconti di una concretezza sconvolgente: vicinanza con i poveri, gli ultimi,
gli scartati, con persone che non solo vengono “redente” da mondi di violenza,
ma che diventano a loro volta “redentori”, spesso consacrandosi a Dio. La
tavolozza dello Spirito Santo appare ricca di colori. La vita consacrata non è
certo monocromatica.
A me il compito di aprire i lavori
con una relazione su “I carismi e la vita consacrata”. Ho avuto così modo di
riaffermare che il carisma non è un “accidente” che si innesta sulla “sostanza”
della vita consacrata, non è un semplice optional
dell’unica e generica vita consacrata, ma precede e modella le differenti
componenti del progetto di vita consacrata che vengono integrate in esso, voti
compresi.
Una affermazione di Chiara Lubich ha
guidato la mia riflessione sul rapporto tra consacrazione e carisma: «Siamo
rigenerati con l’acqua e col fuoco. Sono le due nascite. Siamo rigenerati col
battesimo e con quel dono dello Spirito Santo che è il carisma». Lo sviluppo
della consacrazione battesimale e della sua missione è opera dallo Spirito
stesso, è frutto di un carisma. Basta ascoltare e vedere i rappresentanti di
questi movimenti per rendersene conto e gioire.
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