mercoledì 22 aprile 2015

Le due Terese del Carmelo di Aix


 
Eccomi ancora una volta nell’antico Carmelo di Aix, dove il 25 gennaio 1816 nascevano i Missionari di Provenza, gli attuali Oblati. La rivoluzione francese aveva disperso le Carmelitane e venduto l’immobile. Al tempo di sant’Eugenio c’era un Pensionato per ragazze. Per iniziare la sua opera egli comprò soltanto due stanze, poi gradatamente riuscì ad acquistare tutto il monastero.
Un monastero di clausura trasformato in una casa di missionari, splendida immagine di come la vita di contemplazione alimenta la missione e di come la missione porta alla contemplazione.


Teresa d’Avila è così divenuta una protettrice degli Oblati e mi piace ricordarla proprio qui, in casa sua, a 500 anni dalla sua nascita. Mi piace ricordare anche le monache che per due secoli hanno vissuto qui. Nel chiostro ci sono ancora delle lapidi che in poche parole dicono la vita e la morte di alcune di loro; gli antichi ambienti ricordano ancora i momenti di incontro della loro comunità.

Ma c’è anche un’altra Teresa, vissuta qui a lungo, di cui vale la pena fare memoria, Teresa Bonneau. Padre M. de L’Hermite, in un vecchio libro, racconta che questa donna era al servizio delle giovani del Pensionato, e che quando il Pensionato lasciò il posto alla comunità nei missionari ella rimase a loro servizio. “In questo periodo (1868) – scrive de L’Hermite – Teresa, che è ormai verso la fine della sua lunga vita cristiana, passata dal servizio al pensionato delle ragazze a quello dei missionari, ama raccontare il fervore e l’austerità dei primi giorni. Mons. de Mazenod le dava uno stipendio modesto di un centinaio di franchi. Non si viveva certo nelle comodità a quei tempi e spesso Teresa, impietosendosi della povertà della comunità, senza dire mai niente, usava i proventi del suo lavoro con la conocchia per arricchire la magra cena che serviva a missionari tanto penitenti. (RP Courtès, OMI, ... la sua vita, i suoi pensieri, Aix, 1868, p. 23).


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