Simone Martini, Beato Angelico, Botticelli,
Leonardo, Antonello da Messina, Caravaggio, Lorenzo Lotto… Quale tra le tante
Annunciazioni dei nostri pittori ci aiuterà, questo 25 marzo, a contemplare la
festa dell’Annunciazione? Quale artista non è strato attratto da questo momento
di sorpresa e d’incanto legato all’incontro tra l’angelo e Maria?
Il dipinto più bello ce l’ha
lasciato Luca, che non a caso la tradizione ha voluto pittore. L’ha dipinto all’inizio
del suo Vangelo, con parola che ogni giorno recitiamo decine di volte: “Ame,
piena di grazia, il Signore è con te…”.
Dio timidamente chiede se può
sposare Maria. Addirittura non osa chiederglielo direttamente. Come si usava
una volta, manda un suo amico, nel timore di ricevere un no. Ma sa che quello
di Maria sarà un sì. L’ha preparata da tutta l’eternità perché acconsentisse, l’ha
preservata dal peccato proprio per questo, perché le dicesse di sì. Dio che
chiede il permesso per entrare nell’umanità, per farsi uno di noi.
Mi sono sempre piaciute le parole con
cui Origene parafrasa quel sì di Maria: «Io sono un foglio bianco, dove lo
scrittore può scrivere ciò che vuole. Faccia di me ciò che vuole il Signore
dell’universo».
Fu così che il Verbo si fece carne e
Maria si ritrovò pervasa della Parola di Dio e si trasformò tutta in Parola di Dio.
Lei accoglieva il Verbo di Dio e il Verbo di Dio la avvolgeva. L’immagine della
nube che l’angelo usa per spiegare come ciò avverrà (“su te stenderà la sua ombra
la potenza dell’Altissimo”) richiama l’immagine della nuba che scendeva sull’arca
dell’alleanza dell’Antico Testamento, come testimonia san Massimo di Torino:
mentre l’arca portava dentro di sé le tavole dell’alleanza, Maria portava in sé
l’erede della stessa alleanza; «Quella conservava dentro di sé la Legge, questa
l’Evangelo; quella aveva la voce di Dio, questa il vero Verbo...».
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