Diciotto anni fa – era la Domenica delle Palme – Padre
Giovanni Santolini partiva per il cielo! Kabila con i suoi ribelli era
alle porte di Kinshasa. La sera del 22 aveva inviato questo messaggio a Monika-Maria,
dall’altra parte della città, la quale mi oggi mi ha scritto dicendomi che quel
biglietto è per lei ancora “una eredità preziosissima. L’avevo letto solo dopo
la sua partenza!”
Eloquenti i messaggi che aveva inviato per internet in quei
giorni:
“Oggi hanno preso Kisangani e sembra che da due giorni ci siano dei saccheggi con violenze e solite cose da parte dei soldati zairesi… I mercenari serbi hanno messo un sacco di mine, ma senza schema, in disordine, per cui non si più entrare in foresta perché salti in aria come un palloncino… La gente è terrorizzata perché non può più andare nei campi a coltivare o a cercare da mangiare… La situazione qui a Kinshasa adesso è abbastanza tesa. Infatti, una parte dell’esercito aveva detto che, se cade Kisangani, faranno immediatamente un saccheggio a Kinshasa, perché anche loro cogliono la loro parte.
Soliti dilemmi, partire o restare, aspettare che
scoppi il caos oppure salvarsi prima? Ma poi, se si parte e non succede niente,
che cosa pensano i cristiani dicendo che li abbiamo abbandonati" (Sabato 15
marzo 1997).
“Dicono che presto ci sarà un colpo di stato.. Le possibilità sono diverse, ma il fatto è sempre lo stesso: se scoppia il caos, non c’è nessuno che possa essere in grado d fermare l’incendio una volta che si è acceso. Per il momento stiamo a vedere e poi siamo abituati a vivere il momento presente” (Domenica 16 marzo).
Così è rimasto… “eroe per abitudine”.
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