domenica 8 marzo 2015

La Parola di vita: come il pane con la mortadella


Quando venni la prima volta c’era soltanto un container che serviva da cappella. Ora, in mezzo ai palazzi dai mille appartamenti, campeggia la bella chiesa dell’Immacolata, con davanti via Chiara Lubich e il Parco del sorriso. Uno spazio ordinato, arioso, verde: un piccolo gioiello urbanistico nella caotica zona tra Santa Maria Capua Vetere e San Prisco. La comunità degli Oblati, quella della parrocchia, dei laici oblati e del Movimento dei focolari mi hanno accolto con calore. La presentazione del mio libro (con affluenza numerosa e vendita di 61 copie, più quella di altri libri miei; fatto straordinario, a dire dell’agente librario, soprattutto in questa zona) è stata l’occasione per incontrare tante persone e per parlare con tutta la passione che ho dentro. Il mio pubblico, in genere, è molto selezionato. Ogni tanto fa bene parlare alla e con la gente comune. È davvero bello il popolo di Dio!

“Porto il foglietto con la parola di vita al dentista – mi racconta una signora. Dopo un po’ di volte avevo timore di essere indiscreta, ma lui mi ha detto: L’aspetto come quando aspetto il pane caldo per metterci dentro la mortadella”.
Un’altra: “La parola di vita di questo mese – Chi vuol seguirmi prenda la sua croce e mi segua… – la vivo da vent’anni. Quando mi invitarono al primo incontro c’erano dei foglietti da scegliere, con delle parola del Vangelo. A me capitò proprio quella parola. Ci rimasi male perché mi sembrava troppo dura. Sei mesi dopo il tumore, tante difficoltà, tre operazioni… Quella parola del Vangelo mi ha aiutato tanto. Sono riuscita a portare avanti la mia famiglia con serenità nonostante le varie prove”.


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