sabato 7 marzo 2015

Apa Pafnunzio e i cristiani che non sanno di esserlo


“Quanti cristiani non sanno neppure di esserlo. Quanti se lo sono dimenticati”,  ripeteva Apa Pafnunzio. Ogni giorno pregava per loro, perché la fiammella accesa col battesimo e poi affievolita o spenta si rinfocolasse.
Quel mattino, la ruminatio gli riportò sulle labbra il racconto del figlio che se n’era andato dalla casa paterna e aveva sperperato l’eredità in un paese lontano. “Laggiù, vivendo da dissoluto, pensò apa Pafnunzio, egli aveva perduto la condizione di figlio; ma il padre non aveva perduto la condizione di padre. Il giovane si era scordato del padre; ma il padre non aveva smesso di pensare al figlio. Cosa aveva poi risvegliano nel figlio il ricordo e il desiderio del padre? La fame? O non forse l’appello muto e costante del padre che sempre lo portava nel cuore e silenziosamente lo chiamava?”.
Il testo del Vangelo propendeva per la prima risposta, ma apa Pafnunzio sapeva che la risposta vera era la seconda. Ne era certo, lo sapeva per esperienza!
Si collocò allora dalla parte del Padre e riprese a pregare, con ancor maggiore  fiducia, per i tanti cristiani che neppure sanno di esserlo, per quanti se ne sono dimenticati…


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