“Quanti cristiani non sanno neppure di esserlo. Quanti se lo
sono dimenticati”, ripeteva Apa Pafnunzio. Ogni giorno pregava per loro,
perché la fiammella accesa col battesimo e poi affievolita o spenta si
rinfocolasse.
Quel mattino, la ruminatio
gli riportò sulle labbra il racconto del figlio che se n’era andato dalla casa
paterna e aveva sperperato l’eredità in un paese lontano. “Laggiù, vivendo da dissoluto, pensò apa
Pafnunzio, egli aveva perduto la condizione di figlio; ma
il padre non aveva perduto la condizione di padre. Il giovane si era scordato del
padre; ma il padre non aveva smesso di pensare al figlio. Cosa aveva poi
risvegliano nel figlio il ricordo e il desiderio del padre? La fame? O non
forse l’appello muto e costante del padre che sempre lo portava nel cuore
e silenziosamente lo chiamava?”.
Il testo del Vangelo propendeva per la prima risposta, ma
apa Pafnunzio sapeva che la risposta vera era la seconda. Ne era certo, lo
sapeva per esperienza!
Si collocò allora dalla parte del Padre e riprese a pregare,
con ancor maggiore fiducia, per i tanti cristiani
che neppure sanno di esserlo, per quanti se ne sono dimenticati…
Nessun commento:
Posta un commento