Sorto su precedenti insediamenti, nel 1326 uno degli antichi
ospedali di Prato fu trasformato in convento di Clarisse. Passata attraverso
mille vicissitudini, la chiesa di santa Chiara attualmente è adibita a sala di esposizioni
e di convegni. Ancora leggibili gli affreschi che narrano la vita della santa.
Oggi settimo anniversario della morte di un’altra Chiara,
Chiara Lubich, l’antica chiesa è tornata ad essere luogo di preghiera. Non
perché vi si siano svolte preghiere particolari, ma perché si è parlato di
preghiera.
Ho avuto infatti la gioia di presentare il mio libro sulla
preghiera, trasformando l’incontro tra tante persone convenute in una preghiera
vivente.
Non è, questo della preghiera, un tema di altri tempi o
riservato a persone “pie”, ma di grande attualità e interesse, anche per quanti
che non professano una fede religiosa, come ha testimoniato la loro presenza attenta
e partecipata.
Come trovare il senso della vita senza preghiera? Come essere
se stessi senza essere in rapporto con Dio, o con chi ce lo rappresenta qua in
terra, ossia con ogni persona attorno a noi?
L’incontro so trasforma così in preghiera, con le parole
scritte da Chiara Lubich: “Signore, rendi la nostra vita così ammantata di
soprannaturale che quando siamo soli, e camminiamo o lavoriamo o studiamo, chi
ci sfiora senta il tuo profumo e, quando siamo insieme chi ci incontra si senta
attratto fortemente a tuffarsi nel Regno di Dio presente in mezzo a noi.”
Nessun commento:
Posta un commento