Domenica scorsa una
persona mi ha fermato per strada: “Lei è p. Ciardi?”. “Sì, ci conosciamo?”. “Di
persona no, perché abito a Milano… ma leggo ogni giorno il suo blog”. Da non
credere.
Questo è 4500 post del mio blog (a proposito, come si dice in inglese post? e blog?).
Ho iniziato l’avventura
il 1° dicembre 2009. La media delle visite ogni giorno è 254: non sono certamente
un influencer (già, come si dice in inglese influencer?). Un piccolo gruppo di
affezionati lettori, per lo più ignoti, con i quali condivido piccoli pensieri
quotidiani, una foto, un racconto… È come abbandonare alle onde del mare (in
questo caso dell’etere) la famosa bottiglia con un messaggio dentro: chissà mai
dove arriverà, chissà mai se qualcuno leggerà.
Mi piace ricordare le parole di Italo Svevo che in una lettera del 1927 diceva: “Lo scrittore deve scrivere ogni sera la storia della sua giornata”. Ne dava anche la motivazione: “È l’unico modo per ottenere una grande sincerità, la qualità più importante, credo”. A me sembra ci siano anche altre motivazioni, quali la gratitudine verso Dio, il raccoglimento che abitua a leggere la propria vita e a monitorarne il percorso, il desiderio della condivisione.
È vero anche quanto Svevo scriveva in un’altra lettera, il 30 agosto 1924: “Scrivere a questo mondo bisogna ma pubblicare non occorre”.
E per oggi? Mi basta un invito che mi sono sentito rivolgere in questa festa della SS. Trinità: “Facciamo le prove per far l’ultimo viaggio, quello per l’eternità, ove fra pochi anni saremo nel Focolare della Trinità”.
Thanks ( come si dice in inglese thanks?)😃
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