Le folle accorrono perché hanno sete di
verità. Quante menzogne, quanto smarrimento, quanta paura. Abbiamo bisogno di
una luce che sazi la mente, dilati il cuore, dica il perché delle cose, apra al
senso della vita, indirizzi sul retto cammino, infonda sicurezza. Per questo Gesù
parla a loro e a noi del Regno di Dio e della trasformazione che esso è opera. Le
folle accorrono perché vogliono essere guarite dalle malattie. Sentiamo la
fragilità, la precarietà del nostro vivere. Siamo tutti ammalati nel corpo e
nello spirito, tutti bisognosi di cure. E Gesù risana tutti.
Le folle che accorrono tornano a casa
sanate e sazie di verità e di cibo. Egli dà loro da mangiare pane e pesci, pane
e companatico. È attento a ogni nostra esigenza. Per questo ci ha insegnato a
chiedere il Regno di Dio e il pane quotidiano, il compiersi della volontà del
Padre e il perdono dei peccati. Ci accoglie come siamo, con i nostri bisogni
concreti, che vuole soddisfare.
Ma più di tutto abbiamo fame e sete di Dio,
e Gesù lo sa. Tutto passa. Egli solo rimane. E noi vogliamo rimanere, oltre la
caducità delle cose, oltre la parabola bella e fugace della nostra vita sulla
terra. Godiamo delle brevi gioie che Dio ci mette sulla nostra strada, siamo
colmati ogni giorno dei suoi doni che accogliamo con gratitudine. Ma aneliamo ad
altro, più grande, più vero: alla pienezza di vita. Gesù lo sa. Per questo Gesù
non ci offri soltanto pane e companatico, ma anche e soprattutto ciò che in
essi è raffigurato: l’Eucaristia. Ci nutre di sé. Giorno dopo giorno ci nutre
del pane della vita e si fa nostro viatico, cibo che ci sostiene nel viaggio e
ci dà forza per camminare verso la meta. Ogni giorno ci assimila a sé, ci fa sempre
più simili a sé, e il suo cibo diventa pegno di vita eterna, della vita di Dio
in noi, di noi in Dio.
Infine il comando: «Date voi stessi da
mangiare», che anticipa il «fate questo in memoria di me». Va verso le folle e
le nutra di pace, di luce, di vita, invitando anche noi a fare altrettanto. Chieda
che abbiamo per loro l’amore che egli hai per noi. Con l’Eucaristia ci fa sé perché
vuole operare ancora, attraverso di noi, e donarsi alla nostra gente. Siamo noi
le sue mani, il suo cuore, la sua bocca. Se non crediamo che ci sarà possibile
compiere il suo gesto di dono che sazia, vuol dire che non crediamo abbastanza
a quanto opera in noi con l’Eucaristia.
Happy Feast Day Fabio
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