sabato 29 giugno 2019

Un Vangelo che mette un po' di paura


Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme (Lc 5, 51-62).

Un vangelo difficile quello di oggi. Mette un po’ di paura.
È un brano da leggere tutto d’un fiato, senza fermarsi troppo sui particolari, per coglierne il messaggio d’insieme.
E il messaggio è davvero forte.

Ormai Gesù è deciso. Ha ben chiara la volontà del Padre su di lui: deve andare a Gerusalemme per essere “elevato in alto” – una parola elegante per qualcosa di terribile come la crocifissione – e così attirare tutti a sé, e dare a tutti la vita, quella vita che dovrà perdere, proprio per donarla a noi.
“Elevato in alto” è lo stesso verbo che Luca, negli Atti degli Apostoli, userà per l’ascensione. La metà finale di Gesù è dunque il Cielo! Ma passa per Gerusalemme, il luogo della crocifissione e della morte.

C’era appena stata la trasfigurazione, durante la quale aveva parlato con Mosè e Elia sulla sua morte. Aveva appena annunciato ai discepoli che sarebbe stato consegnato nelle mani degli uomini.
È dunque chiara la volontà del Padre su di lui. Allora non è più ammissibile alcun indugio ed egli parte deciso, senza permettere che niente e nessuno lo fermi.
“Prese la ferma decisione”. Il testo greco è di una forza impressionante: Gesù si volge verso Gerusalemme (verso la volontà del Padre, per quanto sia dura quanto la morte) e “indurisce il volto”, fa la faccia dura,  pronto a sfidare tutto e tutti pur di compiere la sua missione, costi quello che costi.

I quattro brevi episodi che seguono – il rifiuto dell’ospitalità da parte di un villaggio lungo il cammino e l’indugiare di una, due, tre persone che vogliono condividere il viaggio con lui ma pongono certe condizioni – oggi non vanno analizzati uno per uno. Dicono soltanto che Gesù ha fretta e va avanti in ogni caso, che trovi alloggio oppure no, che trovi comprensione oppure no.
Anche le risposte all’apparenza un po’ sprezzanti rivolte ai tre che vogliono seguirlo, ma che prima hanno tante cose da sistemare, non sono rivolte tanto a loro. Sono piuttosto un’occasione perché Gesù dica ad alta voce quello che sta facendo e come lo sta facendo. Non ha tempo per tergiversare: sa dove deve andare e ci va senza tante storie.
Poco dopo lo dirà chiaramente: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarà battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto” (Lc 12, 49-50).
E noi che stiamo lì a cincischiarci…
Sì, un vangelo difficile quello di oggi. Mette un po’ di paura.
Oppure mette un po' di coraggio anche a noi per avere più grinta...


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