«Gli fu assegnata per predicarvi Piazza Navona
e dopo di che proseguì le Missioni nella Piazza di Santa Maria in Trastevere, terminando
poi nella Chiesa di S. Maria Sopra Minerva». Così, una delle prime biografie –
siamo nel 1700 – di san Leonardo da Porto Maurizio. La visita al convento dove egli
ha vissuto ed è morto mi ha dato l’occasione di approfondire un po’ la sua
figura e il suo programma e di cogliere graziosi aneddoti come questo della
predicazione delle missioni a Roma in occasione dell’anno santo del 1750.
La biografia prosegue: «Nella prima Missione
di Piazza Navona il concorso fu sì numeroso, che cagionò meraviglia, e specialmente
nell'ultima predica, in cui oltre le finestre, nelle quali stava tutta la Nobiltà
di Roma, non solo era piena quella vastissima piazza, ma anche le strade, che alla
medesima conducono; e benché 1a maggior parte non potesse per la gran lontananza
udir parola alcuna di quanto dal Missionario si diceva, pure in solo vederlo sul
palco compunti piangevano. Ciò, che fra le altre sole fece stupire ciascuno fu,
che essendo il mese di Agosto, e Piazza Navona tutta scoperta, ed esposta ad un
cocentissimo Sole, pure dalla mattina si prendevano i posti per udir più da vicino
la predica; e non ostante che il Popolo di Roma sia molto delicato, pure non solo
gli uomini, ma anche le donne stavano nelle ore più fervide ferme sul posto presto
nella piazza, non facendo conto alcuno di tal patimento; e giunto che era il P.
Leonardo sul palco, ad un suo semplice cenno era tale il silenzio, come se in quella
gran piazza non vi fosse stato pur'uno fiato».
Lo stesso san
Leonardo descrisse la sua gioia nel vedere il successo della predicazione: «Osservate
il popolo romano con che divozione, compostezza e modestia mai più non veduta, corre
alla visita delle chiese designate, o recitando preci, o cantando lodi all'Altissimo;
tutti frutti del zelo impareggiabile del nostro regnante sommo Pontefice, che più
di venti volte ha visitalo tutte le quattro basiliche, ed ha attiralo a sé tutti
i cuori. Ah che l’anno santo del 1750 non deve dirsi anno santo, ma deve chiamarsi
anno tre volte santo, anno santissimo; attesoché da che Roma è Roma non se n’è veduto
altro simile, e forse non se ne vedrà mai in avvenire da’ nostri posteri».
Ci rivediamo al prossimo anno santo, nel 2025, in attesa del grande anno santo della Redenzione del 2033... a Dio piacendo.
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