Ho
ripreso le “Lectio brevis” nelle quali, qui alla casa generalizia, mi diletto a
presentare le fonti e la bibliografia oblata. Questa volta ho mostrato le
diverse edizioni manoscritte della Regola nella sua evoluzione dal 1818 al
1826, quando fu approvata da Papa Lione XII.
Allora
non c’era né fotocopiatrici né computer, così abbiamo ben cinque manoscritti in
francese e quello in latino, presentato al Papa. Quest’ultimo era scritto, in
bella calligrafia, da p. Jeancard. Naturalmente questa copia non l’abbiamo, perché
è rimasta al Papa. Così sant’Eugenio, che era solo a Roma e non riusciva a
trovare un copista, dovette ricopiarla tutta di suo pugno, in tre giorni e tre
notti.
Quest’ultima
copia, che comprende il Decreto di approvazione, con la firma e il sigillo del
Cardinal Pacca, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari, e quella
del segretario, Mons. Marchetti, ci particolarmente cara, non soltanto perché l’ha
scritta il Fondatore, ma anche perché nell’ultima pagina, una volta tornato a
Marsiglia, durante il Capitolo generale, sant’Eugenio la fece firmare a tutti i
membri della Congregazione, in segno di accettazione. Allora i membri erano
appena 22.
È una
pagina particolarmente bella: vi sono il servo di Dio Domenico Albini, i futuri
quattro vescovi: Mazenod, Guibert (poi cardinale di Parigi), Jeancard, Guigues.
Quest’ultimo è anche uno dei pionieri della missione in America, assieme a Honorat
e Telmon, anch’essi firmatari.
Non
sono carte morte, sono ancora capaci di raccontarci storie e ideali
meravigliosi.
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