Preparando il secondo volume
Un anno con sant’Eugenio e i suoi Oblati, mi sono imbattuto nel vescovo Piet Jacobus Shaw, che per tanti anni è stato
missionario itinerante nel Chaco paraguaiano.
Nato il 6 settembre 1925 a Wilrijk, in Belgio, è morto
21 giugno 1984 moriva in un incidente stradale.
Nel 1981 era stato nominato vicario
apostolico del Pilcomayo. Gli
Oblati del Paraguay vorrebbero aprire la causa di beatificazione di questo loro confratello.
In archivio ho trovato alcune parole pronunciate da
lui nel giorno della sua consacrazione, a commento del motto episcopale che
aveva scelto: “Ut unum sint”.
Guardando attorno, leggendo
i giornali, vediamo una disunità costante, guerre, rivoluzioni, scontri ovunque,
ingiustizie. Questo è ciò che vediamo in questo mondo, ma Gesù è venuto a
scambiare questo mondo, a costruire un nuovo mondo bello, unito; per questo è
morto sulla croce. I cristiani devono continuare la sua missione vivendo l'unità.
Al di là di tutte le differenze, dobbiamo cercare l'unione, come lo ha chiesto
Gesù durante l'Ultima Cena, e crescere nell’unità, nell'amore. Non fermiamoci a
guardare se che l'altro fa bene oppure no, ciascuno di noi deve lavorare per giungere
a un’unità maggiore, a una più grande fraternità con il prossimo, con le
persone con cui viviamo; soltanto così potremo contribuire a cambiare il mondo,
a fare un mondo bello, unito, come Dio l'ha creata all'inizio. Per questo ci riuniamo
attorno all'Eucaristia, sacramento di unità, di amore, nel quale Gesù viene a
noi.
A volte l’unità è
difficile; però è possibile, abbiamo molti esempi di santi... e soprattutto il
grande esempio della Vergine. Noi qui in Paraguay abbiamo tutti una grande devozione
alla Vergine; lei, per un privilegio, è senza alcun peccato. Noi possiamo seguire
il suo esempio e quello dei santi che ci hanno preceduto. Ora che tornerete a
casa, chiedete a Dio la grazia di rimanere sempre uniti, e questa unione
crescerà con la nostra preghiera.
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