Il libro della Sapienza, che ci ha accompagnato nella liturgia di
questa settimana, è un inno alla creazione. Sant’Atanasio, incantato da tanta bellezza, ha scritto: “L’onnipotente e santissimo Verbo del Padre, penetrando
tutte le cose, e arrivando ovunque con la sua forza, dà luce ad ogni realtà e
tutto contiene e abbraccia in se stesso. Tutte le cose da lui ricevono
interamente la vita e da lui in essa vengono mantenute: le creature singole
nella loro individualità e l’universo creato nella sua globalità”.
Oggi pomeriggio tutto ciò mi è apparso evidente, durante una passeggiata in
una delle oasi verdi di Roma, il parco della Caffarella, un po’ selvaggio e
trasandato e forse per questo di una bellezza rude e austera. In mezzo, buttati
là a casaccio, con la tipica profusione romana, monumenti antichi e medievali,
ognuno dei quali, preso da solo, farebbero la ricchezza di una regione: un
ninfeo, ruderi di ville imperiali, casali... A cornice, squarci di panorami che
lasciano incantati, con la cupola di san Pietro che spunta da dietro un gregge
di pecore, le merlature del mausoleo di Cecilia Metella oltre il canneto, le
colline dei Castelli in lontananza… Dio e l’uomo si sono alleati per costruire
un paesaggio da fiaba.
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