giovedì 14 gennaio 2016

Jean Paul Sartre a Sant'Eustachio


A Sant’Eustachio, dove continuano i nostri “dialoghi”, Adonella, con la sua mirabile interpretazione, ha fatto rivivere il teatro di Jean Paul Sartre.
Non crede in Dio, Sartre, ma anche lui, il giorno di Natale, nel campo di concentramento, non può fare a meno di contemplare il mistero della Vergine Maria con suo figlio Gesù e, per amore dei compagni di prigionia, scrive il suo pezzo teatrale, Bariona o il figlio del tuono.

Uno dei gioielli è la contemplazione della Madre:

«Cristo è suo figlio, carne della sua carne e frutto delle sue viscere. Ella lo ha portato per nove mesi e gli darà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio... Ella sente insieme che il Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che egli è Dio.
Ella lo guarda e pensa: “Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. Egli si è fatto di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Egli mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia!”.
Nessuna donna ha avuto in questo modo il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolissimo che si può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio tutto caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e vive».


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