Era in via di estinzione. Ora è pieno
di vita, con 12 monache, metà delle quali giovani. Il monastero delle benedettine
di Prato è una riprova del vigore perenne della Regola di san Benedetto. La sua
travagliata storia ebbe inizio nel 1616 per un atto coraggioso di tredici suore
benedettine di un monastero vicino a quello attuale, che vollero vivere secondo
la riforma del Savonarola. Tredici allora, dodici ora…
Vi sono tornato questa sera per
celebrare la festa di san Benedetto. “Nulla assolutamente anteporre all’amore
di Cristo”. Forse la frase più bella della sua Regola. L’ha espressa al
negativo, eppure essa indica un attaccamento incondizionato a Gesù, e un invito
ad un intimo personale rapporto con lui.
La bella frase della Regola… ma non
è originale. Prima di Benedetto l’aveva già della sant’Antonio del deserto e
prima ancora San Cipriano. Forse è proprio questa la grandezza di Benedetto, l’aver
saputo far propria la grande tradizione della Chiesa, quella che alla fine
della Regola lo portava a dire che quello che ha scritto è soltanto una
semplice iniziazione per i principianti, per il resto occorre andare alla
Scrittura quale “norma rettissima per la vita dell’uomo” e all’insegnamento di quanto
hanno scritto prima di lui: Agostino, Basilio, Cassiano…
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