Avevo chiesto a Gesù che mi facesse
essere presente al momento della sua partenza, e mi ha esaudito. L’ultima volta
che era stato ricoverato in ospedale era stato un anno fa. Adesso la stessa
infezione di allora si era riacutizzata. Forse ce l’avrebbe fatta, come ce
l’aveva fatta le molte volte che era stato ricoverato d’urgenza. Ma il fisico
era ormai debilitato e il declino degli anni si faceva sempre più evidente.
“Dopo domani, sabato, vado a trovarlo”, mi sono detto. Dopo un po’ ci ripenso:
“E perché non domani? Chissà…”. Venerdì mattina parto. Alla stazione mi attende
p. Camillo che mi accompagna all’ospedale di Abano Terme dove Novo è
ricoverato. “Da ieri – mi dice Camillo – non dà più segni di conoscenza, è in
coma, ma noi parliamoli come se lui sentissi, non si sa mai…”.
Lo trovo immobile, con gli occhi
chiusi, la maschera dell’ossigeno, il respiro affannoso. Gli sto accanto, gli
parlo… fino a quando apre gli occhi e mostra di riconoscermi. Gli porto i
saluti di tutti, lo ringrazio per quanto ha fatto per Chiara, per l’Opera, per tutti
noi, gli ricordo i momenti più belli, la presenza in questo adesso di Gesù in
mezzo a noi e di Chiara, Foco, Silvano, Micor, Nazareno... Gli comunico insomma
le cose nostre più belle e più vere… Dopo un’ora gli sussurro: “Hai
amministrato tante volte l’unzione degli infermi per Chiara, sei contento se
questa volta l’amministriamo a te?” Per la prima volta muove la testa, in un
lieve accenno di assenso.
Rimango ancora qualche ora con lui. Sento
che si allontana lentamente… Quando vedo che apre di nuovo gli occhi, gli
chiedo se è contento di recitare l’Ave Maria e la prego per lui, che segue
guardandomi. Una signora, che assiste l’ammalato del letto accanto, mi domanda
se sono suo fratello…
Nel pomeriggio torna p. Camillo con
l’olio degli infermi. Forse sarà opportuno attendere domani, quando verrà p.
Theo e che sia lui ad amministrare il sacramento. Ma è prudente aspettare
domani? Novo è ormai irrimediabilmente sopito, non potrà seguire, ma la mattina
ha espresso il suo consenso. P. Camillo, con il bell’abito francescano che Novo
ha portato per tanti anni, dona il sacramento. Anch’io ungo la fronte con il
santo olio. Le parole della liturgia sono di una bellezza rara. Scende il
perdono e la grazia di Dio.
Posso ormai ripartire. Ancora poche
ore e padre Novo parte per il Cielo.
Per conoscere l’inizio della sua
straordinaria avventura:
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