Aveva soltanto un desiderio, apa Pafnunzio, conoscere Dio.
Aveva preso a digiunare più del consueto, fino a quaranta giorni, come Mosè, come
Elia e come il Signore nel deserto. Gli parve il momento più bello. Ma al
termine dei quaranta giorni s’accorse di non conoscere ancora Dio. Prese allora
a vegliare giorno e notte, senza dare riposo alle sua palpebre, ora in piedi,
ora seduto, ora in ginocchio. Gli parve il momento più bello. Ma al termine
dell’interminabile veglia s’accorse di non conoscere ancora Dio. Si diede
allora a battere il suo corpo, fino a quando il sangue cominciò a colare a terra,
come il Signore quando fu flagellato alla colonna. Gli parve il momento più
bello. Ma quando ebbe terminato questa dura penitenza s’accorse di non conoscere
ancora Dio.
Discese allora al fiume e rimase sulla sponda ad aspettare.
Non poteva traversarlo perché infestato dai coccodrilli. Il giorno seguente,
allo spuntare del sole, dall’altra parte del fiume apparve Amma Anna che veniva
ad attingere acqua.
“Madre santa, dimmi una parola - la supplicò l’apa Pafnunzio.
Qual è il momento più bello della tua vita?”
“Il momento più bello nella vita – risposa Amma Anna – è la
preghiera: perché si parla con Chi più si ama”.
Apa Pafnunzio tornò nella sua cella e iniziò a parlare con
il suo Signore. S’accorse che lo amava e che ne era riamato. Da allora quello
cominciò ad essere il momento più bello nella sua vita. (I detti dei Padri del deserto di Scite, 35)
Grazie! voglio fare anch'io così
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