Il mese di giugno è terminato, ma non è mica finita la
contemplazione del cuore di Gesù!
Tra i suoi sentimenti (sentimento, da “sentire”, percepire
con i sensi, e Gesù era vero uomo, aveva i sensi con cui percepire!) uno dei
più belli è la compassione, nel senso etimologico della parola: entrare nel
mondo delle persone e della società, condividerne le ansie, i problemi, i
bisogni, fino a “sentire” le stesse “passioni”, ad avere lo stesso “pathos”. Egli prova compassione davanti
alle folle (Lc 4: 14-22), le percepisce
stanche, sbandate, senza una guida. In altre pagine il Vangelo racconta che,
mosso dalla compassione, Gesù vive la “com-mozione”, si “muove verso” di loro,
risponde alle attese e si fa maestro per insegnare la verità, pastore per
indicare la via, medico per risanare le malattie e pane per saziare la fame e
donare la vita (cf. Mt 9: 35-38).
Ha un cuore per sentire quello che noi sentiamo (ci capisce!
Quante volte ci lamentiamo del fatto che nessuno ci capisce fino in fondo) e
per muoverlo verso di noi (ci viene accanto e vive con noi, fino a vivere con
noi e ad aiutarci).
Proprio un cuore che batte all’unisono con noi.
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