In treno, Prato-Roma, 26.12.1988
S. Stefano, pieno di Spirito
Santo, frutto dello Spirito Santo, Lo Spirito gli dà forza, sapienza,
contemplazione.
Gli dà la forza per affrontare
il mondo giudaico con franchezza e coraggio, per affrontare il martirio.
Gli dà sapienza per penetrare le Scritture, cogliere il disegno di Dio, pronunciare parole di persuasione, insegnare.
Gli dà la visione di Dio e
del Figlio suo aprendogli i cieli alla contemplazione.
Lui che rimproverava ai
giudei di resistere allo Spirito di lascia da lui guidare docilmente.
Proprio perché animata dallo
Spirito la sua vita diventa carità, come dice bene la seconda lettura dell’Ufficio
di oggi. L’amore che ieri Gesù ha portato sulla terra (non ci ha donato il suo
Spirito?) ha animato in tutto Stefano e lo ha condotto in cielo. Non è per amore
che ha servito i poveri, ha annunciato la Parola, ha proclamato e difeso la
verità, ha perdonato i nemici, ha aderito completamente a Gesù fino a bere il
suo stesso calice e condividere il suo destino di morte e di gloria? L’amore è
diffuso nei nostri cuori dallo Spirito che ci è stato donato: ecco Stefano,
primo frutto dell’Opera di Cristo, eccolo pieno di Spirito Santo, pieno di
carità.
Anch’io ho bisogno di questo,
di Spirito Santo, di carità, di sapienza, di forza, di luce, di amore. Di che
altro abbiamo bisogno?
Grazie Padre Fabio!
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