Ieri ho passato tutto il pomeriggio ha sistemare le sue carte. Era il trigesimo della morte. Ho continuato anch’oggi e continuerò domani. Non immaginavo che avesse scritto tanto. Centinaia di conferenze, articoli… I temi sono sempre quelli della formazione e della vita religiosa.
In ogni scritto si sente che parte dalla propria esperienza, dona sempre qualcosa di sé. Ne trovo la
conferma in una pagina di diario del 24 luglio 1974: «La tentazione che abbiamo
è dare agli altri la “sapienza” che abbiamo avuto dono di conoscere… senza che essa
ci modifichi interiormente, senza che ci faccia nuovi. Anche lo studio della
teologia e della S. Scrittura può essere così, solo “conoscenza”… e non un incontro
con il Verbo che ci “svela” il Padre, ci introduce nella Trinità, ci apre sull’umanità
come Dio la vede…».
Più avanti, al 21 ottobre
1974 un'altra chiave di lettura del suo insegnamento:
«Da qualche giorno vivo con
un senso di silenzio profondo nello spirito: il silenzio che nasce come da un
incontro con una persona che ti è Madre e che non è di questa terra. Un
incontro che ti ha cambiato o ti va cambiando profondamente.
È stato qualche giorno fa: la
sensazione nitida della presenza viva di Maria. Che era lì. Che abitasse in casa.
Una sensazione rapida, ma netta.
Non è la prima volta che accade.
Ma prima era il sentire lei e Gesù persone viventi, reali e presenti: che ti
chiamavano, con il loro star lì, ad una comunione con loro piena. Ma questa
volta è stato diverso.
Mi sono accorto dopo dalle tracce
lasciate nella mia anima: una decisione a servire Dio solo, un amore alla
Chiesa, una maggior relatività nel riguardo delle cose, un perdere la stessa comunità…
Ma è solo sabato, per l’unità
fatta con Micor a telefono, che mi si è centrato illuminandolo il senso dell’incontro.
L’ho sentito (…) soprattutto come un incontro che ti faceva partecipe della
realtà del sì di Maria Desolata, ma non tanto nella dimensione del “perdere”,
quanto nella dimensione di “Madre della Chiesa”, anche se ho sentito le due dimensioni
inscindibili, ma è la seconda che ha preso il mio spirito come luce
trasformante e di cui ho vissuto tutto ieri pieno di profonda gratitudine. (…) E
che Maria mi chiamasse a partecipare a riviverla nei dolori della Chiesa… a
rivivere Lei così!
Non so dire altro. Solo che è
nato il bisogno, dal profondo del cuore, di una nuova scelta di Dio, come
conseguenza dell’incontro e della realtà…».
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